Festival Fotografia Europea. Highlight da Reggio Emilia

Sempre più al centro della fotografia, sempre più in grado di coinvolgere enti pubblici e privati, sedi espositive vicine e lontane: quest’anno Fotografia Europea di Reggio Emilia dilata ulteriormente i suoi confini, estendendosi da Parma a Bologna, con la prestigiosa new entry di Fondazione Fotografia Modena. Il tema della dodicesima edizione? Gli archivi.

Che il format sia vincente, non si discute. Questo è il dodicesimo anno di Fotografia Europea, un festival che da evento – innovativo, ambizioso e in principio non esente da polemiche – di una città di provincia emiliana, edizione dopo edizione si sta trasformando in un appuntamento cardine per artisti, critici, curatori e ovviamente pubblico.

LE NOVITÀ DI QUESTA EDIZIONE

Nonostante le difficoltà e i necessari tagli che negli ultimi anni hanno sforbiciato soprattutto gli eventi collaterali di intrattenimento, l’amministrazione reggiana non ha mollato la presa e anzi, estendendo la partecipazione alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia, al Mast di Bologna, al Csac di Parma, a Fondazione Fotografia di Modena – novità di quest’anno – è riuscita a porsi come polo di elaborazione, confronto, ricerca attorno a cui ruotano i fondamentali satelliti della galassia fotografica regionale, e non solo. Da quest’anno si è attivata anche una sinergia con Photolux Festival di Lucca, Cortona on the move e Festival della Fotografia Etica di Lodi: l’intenzione è dare vita a un network virtuoso, a una contaminazione di idee. Tra le assolute novità, anche la presenza di un paese extraeuropeo, che per il 2017 è il Sudafrica.
Chissà inoltre se la seconda giornata degli Stati Generali della Fotografia – segue quella di Roma svoltasi lo scorso 6 aprile – grazie al Ministro Dario Franceschini offrirà nuove possibilità di sviluppo a Fotografia Europea. Di certo sarà un momento di dialogo e riflessione a livello internazionale (tra gli ospiti illustri del 5 maggio al Teatro Cavallerizza, per fare un solo esempio, Susan Meiselas, Presidente di Magnum Foundation di New York).

Gianni Berengo Gardin, Venezia, 2013-15. Davanti alle Zattere, nel Canale della Giudecca © Gianni Berengo Gardin. Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Gianni Berengo Gardin, Venezia, 2013-15. Davanti alle Zattere, nel Canale della Giudecca © Gianni Berengo Gardin. Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

IL TEMA DEL 2017

Da sempre, i curatori di Fotografia Europea scelgono temi di ampio respiro in grado di offrire l’opportunità di selezionare differenti progetti, e quest’anno l’obiettivo mette a fuoco gli archivi, traducendosi nel titolo Mappe del tempo. Memoria, archivi, futuro. Vi daremo conto, a partire dall’inaugurazione, delle tante mostre del circuito ufficiale – circa trenta – alle quali si aggiungono 300 iniziative del circuito off, perché altra regola mai disattesa della rassegna è il coinvolgimento dei cittadini e dei luoghi quotidiani. Reggio Emilia grazie al festival si accende e dà spazio anche al protagonismo civico, sollecitando la discussione pubblica, come dichiarato orgogliosamente dal sindaco Luca Vecchi.
Il comitato scientifico composto da Diane Dufour, Elio Grazioli e Walter Guadagnini sottolinea invece il significato che oggi possono rivestire gli archivi per artisti e fotografi: tradizionali o digitali, locali o “big data” in rete, essi sono fonte di critica e creatività, mentre la definizione “Mappe del tempo” sta a indicare il “potere dell’immagine di essere la carta topografica della memoria e insieme la rappresentazione propositiva per il futuro”. Tra grandi classici – come Paul Strand e Cesare Zavattini. Un paese o ancora Dall’archivio al mondo. L’atelier di Gianni Berengo Gardin – e progetti contemporanei – ci incuriosisce in particolare Les Nouveau Encyclopédistes di Joan Fontcuberta –, il tour reggiano può avere inizio.

Marta Santacatterina

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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