Dopo la mostra a Roma, l’Ecce Homo di Caravaggio in piena estate si sposta a Capodimonte
Questa è l'ultima tappa italiana per il capolavoro di Michelangelo Merisi, prima di rientrare al Museo del Prado di Madrid. Un prestito eccezionale che rientra all'interno dei festeggiamenti per i 2500 anni dalla fondazione di Napoli

Mostre, eventi diffusi sul territorio e progetti partecipati che puntano a coinvolgere tanto la comunità locale e i turisti: così si pone Napoli Millenaria, il programma di eventi culturali dedicato ai 2500 anni dalla fondazione della città. Un calendario ricco che si potrarrà nell’arco dei prossimi mesi, puntando sul patrimonio storico, artistico e scientifico di Neapolis, grazie alla collaborazione tra il Comune e oltre 80 enti, istituzioni culturali, università e realtà del territorio.
Tra le numerose iniziative in programma spicca anche Doppio Caravaggio, la mostra ospitata nel Museo e Real Bosco di Capodimonte a partire dal 24 luglio (e visibile sino al 2 novembre) dove protagonisti sono due capolavori realizzati da Michelangelo Merisi, e più precisamente: La Flagellazione – rientrata dopo la grande mostra ospitata a Palazzo Barberini in occasione del Giubileo 2025 – e l’Ecce Homo del Museo del Prado di Madrid.

La mostra “Doppio Caravaggio” al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli
A contraddistinguere la mostra è il ritorno del capolavoro spagnolo dopo quattro secoli a Napoli (ultima tappa prima del rientro a Madrid), città dove l’opera fu dipinta negli stessi anni in cui il Merisi realizzava La Flagellazione per la Chiesa di San Domenico.
La mostra rientra nella rassegna L’Ospite, l’iniziativa che il Museo di Capodimonte sta realizzando mentre completa il rinnovamento degli spazi, aprendo il dialogo con i grandi musei italiani e internazionali in una politica di scambio volta a valorizzare il patrimonio storico artistico museale.

L’Ecce Homo: un’iconografia diffusa in Italia tra il Quattrocento e il Cinquecento
Nel quadro di Madrid, Caravaggio dispone le figure in profondità, suggerendo una loggia buia da cui si sporge Ponzio Pilato, il giudice che indica Cristo dolente alla folla, mentre un aguzzino con la bocca aperta lo spoglia (o forse lo ricopre dopo averlo spogliato) per mostrarne ulteriormente il corpo martoriato.
Poiché, in tutta probabilità, fu realizzata a Napoli, la tela madrilena può mettersi più facilmente in relazione con la pala di San Domenico maggiore del 1607.
L’importanza del dipinto è attestata dalla ripresa di alcune pose nella pala della Stella del 1607-1608 di Battistello Caracciolo (1578-1635), tra i più fedeli seguaci di Caravaggio e che ebbe anche rapporti diretti con l’artista durante i suoi soggiorni napoletani.
“Doppio Caravaggio” a Capodimonte: un dialogo unico e di suggestione
“Appena abbiamo saputo che l’Ecce Homo sarebbe arrivato in Italia ci siamo messi al lavoro per averlo a Capodimonte al termine della mostra romana per la quale ci è stata richiesta la nostra Flagellazione”, spiega Eike Schmidt, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte . “L’Ecce Homo negli ultimi anni, com’è noto, è al centro dell’interesse scientifico e anche mediatico mondiale. Ma la nostra motivazione era forte e siamo felici oggi di poter annunciare che le due opere di Caravaggio saranno esposte nei prossimi mesi insieme sulla stessa parete della sala 62, per un dialogo unico e di immensa suggestione. Siamo quindi particolarmente grati al Ministero della cultura spagnolo, al proprietario del quadro e al Museo del Prado. ‘Doppio Caravaggio’ ci sembra una bellissima proposta culturale per i 2500 anni di Napoli. Ringrazio il Sindaco Gaetano Manfredi e il Comune di Napoli per averci voluto affiancare nella promozione dell’esposizione”.
Valentina Muzi
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