Sulle tracce di Max Beckmann. A Mendrisio

Museo d’arte Mendrisio ‒ fino al 27 gennaio 2019. Una grande monografica intitolata all’arte “degenerata” di Max Beckmann.

Al pittore tedesco Max Beckmann (Lipsia, 1884 – New York, 1950) è dedicata la nuova mostra del Museo d’arte Mendrisio. L’artista, che insieme a Picasso e Matisse è considerato uno dei massimi esponenti dell’arte moderna, presente con le sue opere nei più grandi musei del mondo, si contraddistingue per l’intensità dell’estro pittorico, permeato spesso da un senso di cupa oppressione e sofferenza, evidenziando agli inizi della carriera tratti in bilico fra il tardo Impressionismo e l’Espressionismo, in cui la violenza del gesto e l’uso del colore divengono veicolo di denuncia storico-sociale.
Il motivo di questa dolorosa tensione estetica si rintraccia nei dati biografici di Beckmann, nella sua partecipazione alla Prima Guerra Mondiale, che inizialmente influenza il suo percorso artistico, caratterizzandolo, successivamente alla massiccia crescita del potere nazista e ai suoi orrori, in modo notevole. Di questo periodo il dipinto Nell’auto, che ritrae un momento di vita quotidiana, funestata dall’angoscia del ritorno alle armi.

Max Beckmann, La notte (Die Hölle, 7-11), 1919. Buchheim Museum der Phantasie, Bernried am Starnberger See © 2018, ProLitteris, Zurich

Max Beckmann, La notte (Die Hölle, 7-11), 1919. Buchheim Museum der Phantasie, Bernried am Starnberger See © 2018, ProLitteris, Zurich

LO STILE

Nel 1937 l’arte di Beckmann viene condannata dai nazisti come “degenerata”, in quello stesso anno l’artista lascia la Germania per trasferirsi prima ad Amsterdam e successivamente a New York. Durante la parentesi decennale in Olanda lo stile si arricchisce di contenuti mitologici e allegorici dalla natura particolarmente simbolica ed enigmatica, influenzato da artisti come Rembrandt e Bosch. L’arte di Beckmann raggiunge una nuova maturità, l’intensità del segno esprime con vigore il turbamento dell’artista e penetra la riflessione psicologica del soggetto, abbracciando definitivamente l’Espressionismo. Artista poliedrico, Beckmann si dedica non solo ai dipinti, ma a una serie di tecniche diverse, tra cui acquarelli, grafiche e sculture, opere di cui è presentata un’interessante selezione all’interno della grande mostra antologica realizzata con il contributo di Siegfried Gohr, tra i massimi studiosi dell’artista, e il sostegno della famiglia Beckmann.

Max Beckmann, Autoritratto su sfondo verde con camicia verde, 1938-39. Museum der bildenden Künste Leipzig © 2018, ProLitteris, Zurich

Max Beckmann, Autoritratto su sfondo verde con camicia verde, 1938-39. Museum der bildenden Künste Leipzig © 2018, ProLitteris, Zurich

LA MOSTRA

Il percorso espositivo, che procede in ordine cronologico e tematico, è arricchito da una notevole quantità di autoritratti, tra cui spicca Autoritratto su sfondo verde con camicia verde, uno degli oltre duecento prodotti. Le tematiche delle opere riflettono sovente oggetti comuni, come specchi, fiori e piante, strumenti musicali e libri, ma anche i periodi legati ai viaggi compiuti da Beckmann nel sud dell’Europa, nonché il suo amore per il paesaggio e il mare. La sua tecnica è un misto di plasticità unita a un gesto violento, che deforma il soggetto, creando volumi e movimento all’interno della scena. Il cromatismo acceso delinea con toni marcati e cupi i soggetti, veicolando una potenza di straordinaria intensità emotiva, che si stempera in tonalità più solari nei periodi trascorsi lungo le coste italiane e francesi.

Elena Arzani

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Elena Arzani

Elena Arzani

Elena Arzani, art director e fotografa, Masters of Arts, Central St. Martin’s di Londra. Ventennale esperienza professionale nei settori della moda, pubblicità ed editoria dell’arte contemporanea e musica. Vive a Milano e Londra.

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