Le scoperta: alcuni quadri di Mattia Moreni hanno anche la firma di Velda Ponti. Novità su un sodalizio artistico del Novecento
A Brisighella, tra gli Anni Sessanta e Novanta, Ponti e Moreni condividono sperimentazioni e processi creativi. La prima come allieva del secondo, si era detto finora. Ma la scoperta di opere a doppia firma fa ipotizzare un equilibrio diverso
È frutto di una scoperta recente l’evidenza che lega ancor più a doppio filo due figure centrali della scena artistica romagnola della seconda metà del Novecento.
Mattia Moreni e la Romagna come terra d’adozione
In Romagna, Mattia Moreni – scultore e pittore pavese classe 1920, scomparso nel 1999 – si era stabilito sin dalla metà degli Anni Sessanta, scegliendo Brisighella come seconda casa, terra d’adozione che avrebbe segnato profondamente la sua arte. E proprio in questi mesi, l’artista, capace di attraversare con le sue sperimentazioni le inquietudini dell’arte italiana del secondo Dopoguerra insinuandosi tra le principali correnti del Novecento (dal Neocubismo all’Informale), è protagonista di una grande antologica. Un progetto espositivo diffuso su cinque sedi, curato da Claudio Spadoni, che si protrarrà fino a maggio 2026, tra Bagnacavallo, Forlì, Santa Sofia, Bologna e Ravenna.

La carriera artistica di Velda Ponti
Anche Velda Ponti, lei sì romagnola d’origine – nata a Faenza nel 1934 – si era trasferita a Brisighella negli Anni Sessanta, dopo aver sposato lo scultore ceramista Walter Bartoli. E l’incontro con Moreni fu essenziale per consolidare la sua attitudine alla sperimentazione artistica, indirizzandola verso una originale forma di Espressionismo. A Faenza l’artista aveva frequentato la scuola di disegno Minardi, realizzando la sua prima mostra nel 1957; il sodalizio con Moreni – di cui diventò allieva e discepola – avrebbe accentuato la sua capacità di sintesi tra pittura gestuale e concetto. Ponti, che fu anche apprezzata illustratrice di letteratura per ragazzi con lo pseudonimo di Velp, si sarebbe dunque distinta per una produzione continuativa fino ai primi Anni Duemila, dal primo ciclo sui Carciofi ai Paesaggi, agli Uccelli, per lavorare in seguito su Parole e segni, Alfabeti, Contaminazioni e Ricordi. Scomparsa nel 2020, nell’ottobre 2025 il Comune di Brisighella ha ricevuto dai suoi eredi la donazione di un nucleo di venti opere, che il prossimo gennaio saranno oggetto di una mostra ospitata presso la galleria comunale La Manica.
Il sodalizio tra Mattia Moreni e Velda Ponti alla luce di una nuova scoperta
La scoperta che aiuta a rileggere il rapporto professionale tra Ponti e Moreni, però, arriva da Edit Italia, attuale titolare esclusiva dei diritti sull’opera di Velda Ponti e dell’Archivio Velda Ponti, che nel corso di una approfondita attività di ricerca e catalogazione dei fondi pittorici, ha documentato una coincidenza non trascurabile. Alcune opere storiche di Moreni recano infatti una doppia firma manoscritta sul retro: quella dell’artista pavese, ma anche quella di Velda Ponti, apposta con pigmenti neri di diversa composizione, divenuta leggibile solo oggi grazie alla diversa rifrazione della luce sui pigmenti.
Si potrebbe, dunque, ripensare la narrazione consueta del legame tra i due artisti, uniti certo da una profonda intesa intellettuale e artistica, che sfociò anche in una fase di collaborazione diretta tra il 1983 e il 1985. La doppia firma rinvenuta su diverse tele farebbe, però, ipotizzare anche la precoce produzione di opere realizzate a quattro mani, con tecniche e simbologie condivise, come confermerebbero anche le analogie nei cicli pittorici dei due artisti e la coerenza nell’approccio al processo creativo.
Tanto che un articolo contenuto nel numero 280 de Il Romagnolo, storico periodico della Romagna che per primo ora divulga la scoperta, chiama il mondo dell’arte a una riflessione: “Le attribuzioni, le valutazioni, persino nel caso la lettura critica dell’opera di entrambi dovranno confrontarsi con questo nuovo scenario. Velda Ponti, figura schiva e potente, non è solo allieva o compagna di strada di Mattia Moreni: potrebbe essere coautrice di una parte importante di quella stagione artistica”.
Livia Montagnoli
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