L’aeroporto JFK di New York investe ancora sull’arte. Al nuovo Terminal One installazioni ed esperienze immersive

Il completamento del nuovo terminal internazionale dell’aeroporto del Queens è previsto per il 2030, ma già il prossimo anno apriranno i primi gate e diversi spazi comuni, progettati per inglobare l’esperienza artistica nelle dinamiche quotidiane dello scalo. Coinvolti sette artisti

Quasi dieci miliardi di dollari per realizzare un nuovo terminal dedicato esclusivamente ai viaggiatori internazionali, il più grande di sempre nella storia dell’aeroporto JFK, scalo di riferimento della città di New York insieme all’aeroporto LaGuardia (pure interessato, negli ultimi anni, da grandi cambiamenti).

Il nuovo Terminal One dell’aeroporto JFK

La messa in opera del nuovo Terminal One, che sostituirà la precedente struttura inaugurata nel 1998 e vedrà transitare 14 milioni di passeggeri ogni anno, avverrà gradualmente tra il 2026 e il 2030: una volta completato, ospiterà 23 gate (i primi 14 pronti entro la metà del 2026) e disporrà inoltre di oltre 28mila metri quadrati di spazi dedicati alla ristorazione, alla vendita al dettaglio, alle lounge e al tempo libero. Il progetto rientra nella più ampia operazione di rilancio e ristrutturazione del JFK, finanziata con 19 miliardi di dollari della Port Authority di New York e New Jersey, che porterà anche all’inaugurazione del nuovo Terminal 6, in luogo dell’attuale 7, destinato alla demolizione.

L’arte negli aeroporti di New York: una strategia strutturata

Proprio per il Terminal 6, grazie al contributo di JFK Millennium Partners – consorzio di sviluppatori privati guidato dal Vantage Group – l’aeroporto ha potuto usufruire di ulteriori 22 milioni di dollari da investire in “contributi artistici”, coinvolgendo 18 artisti di fama internazionale che vivono e lavorano a New York per la realizzazione di una serie di installazioni site-specific. L’iniziativa, anticipata nell’estate 2024, dovrebbe garantire al JFK di esibire una grande e prestigiosa collezione d’arte permanente (con la collaborazione dell’American Museum of Natural History, del Lincoln Center for the Performing Arts, del Metropolitan Museum of Art, e del MoMa), dando seguito a una strategia ben chiara – e di lungo corso – nelle intenzioni dell’Autorità Portuale della città, secondo cui l’arte pubblica è una chiave fondamentale per plasmare l’identità di aeroporti di respiro internazionale “che stanno diventando destinazioni a sé stanti”.
Una visione lungimirante adottata con convinzione da sempre più aeroporti nel mondo, non esente da stonature che di recente abbiamo evidenziato proprio in Italia, nel commentare la superficiale programmazione espositiva di Malpensa (critiche che hanno ricevuto la pronta risposta di SEA, società partecipata degli enti pubblici che gestisce gli scali aeroportuali milanesi).

L'area Partenze al JFK di New York. Render, courtesy The New Terminal One at JFK Arup
L’area Partenze al JFK di New York. Render, courtesy The New Terminal One at JFK/Arup

L’arte nel nuovo Terminal One del JFK

A New York, invece, l’impegno è costante e punta a stupire con effetti speciali. Tanto che lo stesso Terminal One sarà progettato come hub artistico e creativo, per trasmettere l’immagine di New York come capitale culturale internazionale. Sono sette gli artisti coinvolti nella progettazione di grandi installazioni site-specific per celebrare la multiculturalità di New York e dell’area del Queens, dove si trova lo scalo. I lavori contempleranno sculture, mosaici e murales, ma anche interventi di arte digitale e produzioni audiovisive. A curare il programma è Culture Corps, che sta lavorando per inglobare le esperienze artistiche nelle dinamiche quotidiane del Terminal, superando l’idea di “semplici” installazioni di arte pubblica posizionate nello spazio, per offrire invece continue opportunità di interazione tra i viaggiatori e gli interventi artistici (per esempio, un grande display – una delle più grandi installazioni lenticolari mai realizzate – nell’area dei controlli di sicurezza mostrerà un carosello di immagini ricreate con l’arte digitale per evocare le atmosfere di New York, come pure i pannelli interattivi allestiti nella hall delle partenze per ricreare l’esperienza multimediale immersiva Leaving New York, progettata da Arup e Pentagram).

Gli artisti presenti nel Terminal One del JFK

E arrivano anche i primi dettagli sui nomi coinvolti e i loro progetti. Con Kites for Queens, Yinka Shonibare presenterà nove aquiloni in batik olandese dipinti a mano come omaggio all’identità multiculturale del Queens e invito a riflettere sui temi della migrazione e della connessione. Invito a restare uniti e connessi sarà anche l’installazione alta più di 5 metri di Kelly Akashi, Migrations of Flora (fiori autoctoni che emergono da una mano in bronzo); mentre Tomás Saraceno firmerà l’installazione fluttuante Cloud Cities New York, con forme sospese e iridescenti che cambiano con il variare della luce del giorno per evocare un paesaggio di nuvole che ci vede tutti uniti sotto lo stesso cielo. Egregoros è il titolo del murale di Ilana Savdie, che unisce passato, presente e futuro dei newyorkesi, evidenziando il ruolo essenziale delle migrazioni nella storia della città. Julie Curtiss lavorerà, invece, con il mosaico per creare New York Hands, ancora una volta una grande opera sul tema dell’incontro tra culture, come pure il murale Blue Calaibi–Yao Muzidi (or on alternative means of navigation) di Firelei Báez. Infine, Woody De Othello firma la serie di sculture realistiche The City That Never Sleeps, tra orologi, telefoni pubblici e lampioni posizionati in cima ai nastri trasportatori per i bagagli, formula di benvenuto ai passeggeri in arrivo da tutto il mondo.

Livia Montagnoli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati