Barcellona riscopre il talento dell’artista Antoni Clavé con mostre e iniziative diffuse
A vent’anni dalla sua scomparsa, l’esposizione tra Palau Martorell e Palau Pignatelli rende omaggio all’artista catalano, con opere che sorprendono per il loro sperimentalismo. Altre iniziative testimoniano il legame di Clavé con la città
Barcellona riscopre Antoni Clavé (Barcellona, 1913 – Saint Tropez, 2005), pittore, scultore, illustratore e scenografo catalano trasferitosi in Francia. A riscattare la memoria di un artista del Novecento oggi quasi dimenticato, ma noto e riconosciuto in vita, è una mostra su più sedi a Barcellona tra Palau Martorell e il Reial Cercle Artístic di Palau Pignatelli, oltre alle sale Clavé del Palau de la Generalitat, visitabili per l’occasione, dove si trovano cinque tele e quattro sculture donate dall’artista negli Anni Novanta.
L’omaggio di un gruppo di privati a Barcellona
A quasi trent’anni dall’ultima mostra alla Pedrera (1996), la retrospettiva curata da Aude Hendgen e José Félix Bentz fa emergere Clavé come una figura rilevante del Novecento spagnolo, degna dell’attenzione di musei e di istituzioni pubbliche. Non è un caso che l’opera 001 del Macba, la prima a entrare nella collezione del Museo d’arte contemporanea di Barcellona, porti proprio la sua firma; né che il Reina Sofia di Madrid possieda ben 69 opere di Clavé. Tuttavia, la maggior parte delle opere in mostra provengono da collezioni private, tra cui il Fútball Club Barcelona, la squadra di calcio dallo stemma blu-granata, tinte ricorrenti nelle opere dell’artista. Antoni Clavé in maiuscola non è solo un doveroso omaggio a un artista catalano la cui fama postuma è stata, forse, offuscata dalle più “ingombranti” figure dei conterranei come Picasso, Mirò e Dalì; perché l’elevata qualità del progetto rivela la sua inesauribile capacità di rinnovarsi e l’originalità del suo linguaggio che, partendo dalla tradizione figurativa, si spinge verso l’astrazione e la sperimentazione dei materiali.

Le opere di Antoni Clavé tra Palau Martorell e il Reial Cercle Artístic
A Palau Martorell l’universo visivo di Clavé è rappresentato da tele di grande formato che, illuminate scenograficamente, generano effetti di tridimensionalità. In un percorso che attraversa le tappe creative e le geografie culturali dell’artista: dalla Barcellona repubblicana, agli anni parigini dopo l’esilio nel 1939; dai viaggi in Giappone e New York, fino ai riconoscimenti nazionali e internazionali. Al piano terra del Reial Cercle Artistic sono esposte, invece, una ventina di opere plastiche di formato contenuto: sculture in bronzo e assemblaggi di oggetti comuni che mostrano un Clavé più intimo e sentimentale. A Palau Martorell trovano posto anche gli omaggi di Clavé: a Picasso, che lo spronò a dedicarsi alla pittura e a cui si ispirò nella fase figurativa iniziale; a Miró, a cui dedicò un elaborato arazzo; a El Greco, di cui Clavé ha reinterpretato il Ritratto del cavaliere dalla mano sul petto, oggi al Prado.
Antoni Clavé: da imbianchino a protagonista dell’arte
Giovane imbianchino nella Barcellona degli Anni Trenta, Clavé esordì come illustratore per il cinema, mostrando inventiva e capacità di sintesi. In esilio in Francia nel 1939, a contatto con gli spagnoli della Scuola di Parigi dipingeva Arlecchini e Toreri alla maniera di Picasso. Poi, dagli Anni Cinquanta, creò un linguaggio personale che lo portò all’astrazione e all’informale, sempre con una profonda coerenza materica ed estetica. I bonari guerrieri resi con intense macchie di colore e le suggestive nature morte con inserti di stoffa riscossero subito l’interesse dei collezionisti, segnando il successo di Clavé.
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La sperimentazione e il successo di Antoni Clavé in mostra nelle tre sedi di Barcellona
La libertà espressiva portò Clavé ad affollare le sue tele di materiali diversi. Stoffa grezza e scampoli di tessuto, carte e cartoni, acciaio lucido o ossidato, il tutto spalmato con i colori accesi dell’acrilico industriale o con strisce fatte a bomboletta spray, insieme ai ricorrenti segni grafici che evocano le decorazioni moderniste. L’assemblaggio e il collage mutano con il tempo, alimentando una stratificazione della superficie come espressione pittorica e contaminandosi con l’arte orientale, l’informale e la Pop Art. Non è un caso che Clavé nel 1978 fu tra i primi artisti a esporre al Musée National d’Art Moderne – Centre Georges Pompidou, da poco inaugurato a Parigi. Nel 1984 rappresentò la Spagna alla Biennale di Venezia, con 125 opere nel padiglione nazionale, tra cui un enorme trittico in mostra al Palau Martorell.
Lo speciale rapporto di Clavé con Barcellona
“Barcellona aveva un debito con Clavé, che fu sempre molto generoso con la sua città, regalando opere e offrendo sempre la sua creatività per eventi culturali”, spiega Nuria Gaspar, responsabile della storica galleria che nel 1956 ne organizzò la prima personale spagnola, presentato nel 1957 anche alla Galerie Beyeler di Basilea. “Il mio contributo alla mostra è stato chiamare a raccolta i suoi collezionisti, per realizzare questo grande omaggio, che presenta anche molti lavori mai esposti in pubblico prima d’ora”. Anche la Galleria Gaspar espone 27 piccoli lavori realizzati per spettacoli a Parigi, Londra e New York negli Anni Quaranta e Cinquanta. Disegni, gouache, stampe e persino una delicata maquette, mostrano la vitalità plastica e coloristica di Clavé nel creare scenografie e costumi per opere come le Nozze di Figaro di Mozart, balletti come Carmen e drammi come Amor de Don Perlimplín di Lorca.
Federica Lonati
Barcellona // fino al 16 novembre
Antoni Clavé con mayusculas
PALAU MARTORELL E REIAL CERCLE ARTISTIC
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