A Gallarate una mostra racconta quanto ha influito Kandinsky sull’arte astratta italiana

Dal 30 novembre, il museo di Gallarate riunisce oltre cento opere di grandi artisti europei e italiani per raccontare l’evoluzione dell’arte astratta dalle intuizioni del maestro russo agli esiti in Italia fino al secondo dopoguerra. In sinergia con i Musei Civici di Venezia

Inizia a far sentire il suo peso l’Olimpiade Culturale che accompagnerà con una fitta programmazione diffusa di iniziative artistiche e culturali i Giochi Invernali di Milano-Cortina 2026.
Al MA*GA di Gallarate, l’impegno si traduce nel progetto espositivo che mette in risalto la centralità di Wassily Kandinsky per la nascita dell’arte astratta e per la sua evoluzione europea. Un’opportunità per approfondire anche gli snodi e gli esiti della grande stagione dell’astrattismo italiano compresa tra gli Anni Trenta e gli Anni Cinquanta del Novecento.

“Kandinsky e l’Italia”: la mostra a Gallarate in sinergia con i Musei Civici di Venezia

La mostra, dal titolo Kandinsky e l’Italia, aprirà il prossimo 30 novembre negli spazi del museo di arte moderna e contemporanea di Gallarate, dove sarà allestita fino al 12 aprile 2026. A promuoverla, insieme alMA*GA, è la Fondazione Musei Civici di Venezia: una sinergia concretizzata dalla co-curatela di Elisabetta Barisoni, dirigente della Fondazione e Responsabile di Ca’ Pesaro, ed Emma Zanella, direttrice del MA*GA: “Si tratta di un’importante opportunità di collaborazione tra due prestigiosi musei dedicati alle arti contemporanee” spiega Zanella “che si sono uniti per condividere il progetto curatoriale, le collezioni e le risorse umane altamente specializzate. Questa sinergia promuove una valorizzazione reciproca e rafforza il ruolo delle arti contemporanee nel panorama culturale italiano”.

“Kandinsky e l’Italia”: le opere in mostra al MA*GA

Il percorso espositivo riunirà 130 opere, provenienti – oltre che da Ca’ Pesaro e dalla collezione permanente del MA*GA – da collezioni pubbliche e private, per ripercorrere la nascita dell’arte astratta e la sua evoluzione europea e italiana. Si punta, come sottolinea Barisoni, a porre l’accento “sul portato rivoluzionario delle avanguardie storiche e in particolare dell’astrattismo di Kandinsky e dei suoi sodali, fino alle correnti del secondo dopoguerra”.
Dopo un’ampia sezione che introduce la temperie culturale internazionale, così come si sviluppò tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso – quando Kandinsky, con le sue lezioni al Bauhaus, influenzò lo sviluppo della pittura grazie anche al dialogo aperto con i maestri dell’Astrattismo europeo quali Paul Klee, Jean Arp, Joan Miró, Alexander Calder, Antoni Tàpies – si passa a esaminare la persistenza dell’arte astratta dai primi decenni delle Avanguardie Storiche agli anni Cinquanta del Novecento, in Europa e in Italia.

L’influenza di Kandinsky sull’arte astratta in Italia

Dunque un focus è dedicato alla relazione tra Kandinsky e gli artisti italiani: fondamentale fu la personale a lui dedicata alla Galleria del Milione di Milano nel 1934, occasione di riflessione e dibattito tra gli italiani contrari alla figurazione dominante. In mostra questo passaggio è rappresentato dai lavori di Lucio Fontana, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, Manlio Rho, Enrico Prampolini, Atanasio Soldati, Luigi Veronesi.
Si passa poi
al secondo dopoguerra, quando il pensiero e l’opera di Kandinsky rimasero al centro della scena italiana grazie soprattutto ad alcune importanti mostre come Arte astratta e concreta (Milano, 1947), Arte Astratta in Italia (Roma, 1948) e ai movimenti e gruppi quali Forma (1947), MAC (1948), Origine (1951). La terza sezione della mostra espone, quindi, lavori di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Roberto Sebastián Matta, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Emilio Vedova. Edita il catalogo Dario Cimorelli. 

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Redazione

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