Nel rione Prati di Roma è nato un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea

Si chiama Reception Rome il nuovo spazio indipendente romano, fondato e gestito dagli artisti Jean Jacques du Plessis e Ilaria Ortensi. A inaugurarlo un progetto con protagonista l'artista americano Jesus Benavente

Il programma si fonda soprattutto sulla collaborazione: galleria e artista lavorano insieme per sperimentare con forma, contesto e presentazione, cercando nuovi modi di articolare un approccio unico alla pratica artistica. Questo è la base su cui si fonda Reception Rome, il nuovo spazio espositivo in Via Cosseria 3, nel rione Prati di Roma. Diretto da Jean Jacques du Plessis e Ilaria Ortensi, la nuova realtà romana apre le sue porte al pubblico con Ecce Hombre, la mostra dell’artista americano Jesus Benavente che si svilupperà in cinque capitoli, fino al 19 dicembre. Insieme, questi momenti costruiscono una narrazione ispirata a Ecce Homo, l’ultimo libro di Nietzsche, invitando il pubblico a riflettere su bellezza, fallimento e sopravvivenza come forze intrecciate.

Ecce Hombre: la mostra (in capitoli) di Jesus Benavente da Reception Rome a Roma

Fino all’11 ottobre, Benavente animerà gli spazi di Reception Rome con i lavori sviluppati durante la sua residenza presso la Chinati Foundation a Marfa, in Texas. Al centro della mostra si trova un murale della serie in corso Miraculous Muralismo, creato attraverso un processo performativo con un decespugliatore e fiori recisi. Sul pavimento, Benavente espone blocchi di cemento impressi con rose, parte di una serie iniziata durante la sua residenza alla Judd Foundation. Le opere fanno riferimento alle iconiche strutture di Donald Judd, pur radicandosi nel linguaggio materiale di ferramenta e cantieri, richiamando l’Arte Povera e le possibilità poetiche dell’umile e del trascurato. In mostra anche un’opera video generata con l’Intelligenza Artificiale, il cui titolo dà il nome all’intera esposizione.

Fino al 19 dicembre 2025 si alterneranno quindi i prossimi capitoli: Why I Cry Now and Cry Later (due opere al neon montate su schermi piatti che proiettano un video); Why I Get Knocked Down But Get Up Again e Why I Cannot Be Restored to Former Glory; Why I Am Not Dancing: quest’ultima è una re-installazione della serie Sad Party, un ambiente performativo e interattivo completo di playlist, affiancato da proiezioni video di pattuglie di polizia reperiti da YouTube.

Jesus Benavente e l’ “inutilità” del fare arte nell’era contemporanea

La sua pratica indaga temi come la fede, l’autoritarismo della polizia, l’identità nazionale e le complessità del lavoro e del valore. Nato a San Antonio, Texas, da genitori messicani immigrati, Benavente stabilisce spesso parallelismi tra produzione artistica e sistemi di lavoro, utilizzando l’umorismo come strumento per affrontare tematiche difficili. Al tempo stesso, la sua opera si confronta con il concetto di futilità, assumendo una posizione affermativa nei confronti dell’inutilità stessa del fare arte e trattando il fallimento come qualcosa di al tempo stesso inevitabile e impossibile.

Parola all’artista Jesus Benavente

“Il punto è che il fallimento nell’arte non riguardava l’auto-disprezzo, ma piuttosto l’essere ambiziosi pur riconoscendo l’esistenza dei limiti”, spiega Jesus Benavente. Allo stesso modo, persone spinte verso la morte scelgono comunque di sopravvivere. Più opere dovrebbero andare oltre il facile successo raggiungibile e rischiare il fallimento. Non limitarsi ad aspettare che un uomo ricco e anziano con la migliore assistenza sanitaria muoia, prima o poi. In un certo senso, crescere e cercare di più senza mai conoscere una rete di sicurezza mi ha permesso di rischiare di più”.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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