Dall’alta moda all’arte: Pietro Terzini in mostra a Milano all’Ambrosiana 

Dopo un passato di graffianti campagne per i brand della moda - da Moncler a Louis Vuitton - il giovane Pietro Terzini presenta il suo primo progetto (pure gratuito!) in un museo, scegliendo come insolita cornice la cripta della Pinacoteca Ambrosiana

Per la seconda volta in un anno la Cripta di San Sepolcro diventa teatro di un singolare progetto site-specific che apre la Veneranda Pinacoteca Ambrosiana ai giovani. Dopo la Pantera Rosa comparsa nei meandri del Museo più antico di Milano è il turno di Pietro Terzini (Lodi, 1990). Artista giovane, “prestato” all’arte dopo un passato di architettura e irriverenti campagne d’immagine nel mondo dell’alta moda. È lui – comunicatore per eccellenza – che dà nuova vita al patrimonio simbolico, culturale e sociale dell’Ambrosiana e di Milano intera, invitando il pubblico a riscoprirne la ricchezza con il suo piglio fresco, ironico e sopra le righe.

Pietro Terzini per la “nuova” Pinacoteca Ambrosiana di Milano

A piccoli, ma significativi passi, anche un Museo antico e austero come l’Ambrosiana si sta aprendo al pubblico milanese contemporaneo. Un mondo ricco di giovani intraprendenti e curiosi che, se catturati con canali giusti, sanno apprezzare anche la storia e diventarne frequentatori fedeli. Progetti come quello ora in corso con Pietro Terzini hanno il potenziale di avvicinare nuovi pubblici, gettando le basi per un dialogo duraturo che continui e si arricchisca di spunti anche più colti e complessi. Le premesse di questa mostra lasciano ai visitatori una totale libertà. Libertà di visione – la mostra è visitabile gratuitamente – così come di interpretazione e di giudizio. L’artista è infatti celebre per i suoi interventi grafici che spingono a riflettere in modo autonomo, ciascuno secondo la propria sensibilità. Attraverso l’uso di parole semplici – quanto potentissime – Terzini tocca corde sensibili nel vissuto quotidiano, inducendo a guardare senza vincoli in modo critico abitudini e pensieri comuni da cui, spesso, si risulta come assuefatti. Tocco ulteriore di libertà: la “non” curatela di Antonello Grimaldi, giàa capo dell’Ambrosiana, che per la prima volta si cimenta nelle vesti di curatore improvvisato, affermando che un personaggio come quello in questione, in quanto “vivente”, non “ha bisogno di altro curatelo al di fuori di se stesso”.

Pietro Terzini, Are you in love? No I'm in Milano, installation view at Pinacoteca Ambrosiana, Photo Melania Dalle Grave.DSL Studio
Pietro Terzini, Are you in love? No I’m in Milano, installation view at Pinacoteca Ambrosiana, Photo Melania Dalle Grave.DSL Studio

La filosofia di Pietro Terzini

Il recente passato di progetti e campagne per le maison di moda introduce bene la figura di Pietro Terzini. Tutto per lui nasce e si fonda sulle parole (soprattutto quelle sui social), che diventano protagoniste di ogni sua opera. Le sue scritte sono apparse negli anni sui supporti più disparati – dalle vetrine dei negozi nelle vie dello shopping milanese ai sacchetti – sempre con lo stesso potere di catturare l’attenzione, inducendo a soffermarsi per un attimo sul loro significato. Un significato meno enigmatico di quanto non possa sembrare in apparenza: le potenti frasi di Terzini sono pensate per dare impulso autonomo alla mente dell’osservatore. Senza una direzione o una risposta più giusta dell’altra. Semplicemente, vogliono riportare il pubblico nel qui e ora, mettendolo davanti a verità e situazioni spesso scomode o volutamente svicolate; senza alcuna pretesa di giudizio.

Pietro Terzini in mostra alla Pinacoteca Ambrosiana

Nel cuore del sottosuolo milanese, le sale della Cripta diventano uno scrigno di luce e colore. Specchi, luci al neon atteggiate a frasi emblematiche, e tele a parete. O meglio: si tratta di opere composite, in cui buste di carta iconiche appiattite – emblematico l’arancio di Louis Vuitton, ma non è il solo – diventano lo sfondo di pensieri e immagini che invitano al dialogo. Quando tutta la realtà contemporanea è in crisi per mancanza di comunicazione, Terzini gioca proprio questa carta. Con le sue frasi provocatorie stuzzica, stimola, fa riflettere sulla vanità di certi “miti” e su quanto certe cose, ben più rilevanti, passino quasi inosservate. E non potrebbero mancare gli omaggi. Uno all’Ambrosiana – una Canestra di frutta alla sua maniera – una alla città. A Milano: il teatro in cui è partito con la moda e in cui, ora, esplora l’arte contemporanea. È la bella Madunina a richiamarla, impressa su una di quelle tele che ambiscono a essere “sostenibili” riciclando sacchetti di lusso.

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. Dopo la Laurea Magistrale in Economica and Management for Arts, Culture, Media and Communication all'università Luigi Bocconi di Milano e un corso professionale in Digital Marketing…

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