I migliori 10 stand della fiera Frieze a Londra
Grandi novità quest’anno nel percorso di Frieze dentro al tendone in Regent’s Park. Si tratta comunque di una ottima edizione della fiera a Londra. Ecco gli stand da non perdere

Gli habitué saranno un po’ spiazzati perché la fiera londinese Frieze quest’anno è cambiata un po’. Non nella posizione in città – sempre in un tendone immerso nella meraviglia paesaggistica del Regent’s Park – ma nella disposizione degli stand. Un tempo di fronte all’entrata c’erano, con tutta la loro muscolarità, i mercanti più potenti come Gagosian, Pace, Zwirner o Hauser&Wirth. Adesso non è più così, questi ultimi stanno in fondo ad un percorso che è un po’ più mescolato e che, da quest’anno, offre spazio anche ad una nuova sezione dedicata alla diaspora africana e sudamericana chiamata “Echoes in the Present”.
Le novità di Frieze London 2025
Al di là della logistica e della disposizione degli stand l’edizione 2025 di Frieze è una buona edizione. La fiera, condotta dalla direttrice Eva Langret, appare aver superato brillantemente gli anni di difficoltà coincidenti con lo sconquasso della Brexit e l’arrivo a Parigi del colosso svizzero Art Basel. Frieze appare oggi acquisire una sua identità specifica e questo giova alla qualità della proposta delle gallerie che forse iniziano a interpretare la tappa londinese come un momento dove ci si può concedere qualche rischio in più rispetto alla mega fiera parigina che invece deve contribuire in maniera sostanziosa al budget annuale. Il confronto lo faremo la prossima settimana quando partiranno le grandi operazioni in Francia, per ora possiamo constatare una Frieze all’insegna della qualità in ogni ordine e grado.
Una ottima edizione della fiera Frieze a Londra
Stand di gran livello, tanta pittura e opere a parete naturalmente (forse non c’è neppure un video in tutta la fiera!?), ma una pittura sempre eccellente e tante scoperte nelle sezioni speciali. Se avessimo considerato la sezione FOCUS per la nostra top 10 avremmo dovuto inserire almeno la metà delle gallerie pescate da lì visto il livello di ricerca. Abbiamo invece puntato sulla sezione principale e questi sono gli spunti che abbiamo trovato, con i soliti commenti sugli stand migliori e con le solie foto artigiani (sorry) rubate durante l’affollatissimo opening pieno di vip e collezionisti. Poi vedremo come sono andate le vendite nei prossimi giorni.
JOHYUN

Tutta la potenza riflessiva e tridimensionale del soft power del momento: quello coreano. Dieci enormi carte appena realizzate dall’artista Lee Bae e alle pareti i lavori di Kim Taek Sand. Tutto è dedicato alla luce e l’allestimento è monumentale e arioso.
VICTORIA MIRO

Nell’unica parte bianca del grande e labirintico stand ci sono nuovi arazzi e nuove ceramiche di Grayson Perry dai colori accesissimi. Tutto il resto dello spazio ha per lo più pareti colorate di rosso antico, c’è un cabinet centrale con delle carte ammalianti di Paula Rego e poi c’è Barbara Walker, nuovo ingresso in scuderia. Lo stand è in realtà una mostra collettiva di tutti gli artisti di questa importante galleria ma sembra una mostra curata, dedicata alle tematiche del femminile.
GAGOSIAN

Da una parte – sulle due gigantesche pareti esterne allo stand e nel totem in mezzo allo spazio espositivo – tutti i colori tipici che facilmente possono identificare una giovane artista californiana. Sulle pareti invece una serie di lavori ad incisione su gesso con temi profondi, identitari e ultra locali resi in maniera monocroma, da leggere avvicinandosi. Un doppio registro per una presentazione monumentale di Lauren Halsey nello stand di Gagosian
PACE

Un altro stand di caratura museale per questa grande galleria d’arte che nel 2025 celebra i suoi 65 anni di operatività. Lo spazio è allestito come una mostra personale istituzionale e racconta l’ultima produzione di William Monk. L’artista britannico classe 1977 ha realizzato questi nuovi lavori – sempre all’insegna di uno stile neo divisionista – nel suo studio di New York. Sono dedicati, come tema e come colori, al Mediterraneo e l’ispirazione viene dalla Corsica o da Minorca
TIMOTHY TAYLOR

Non è raro vedere la galleria di Timothy Taylor tra i nostri best of durante le fiere. Ma che ci possiamo fare se le proposte sono sempre molto ben congegnate ed esposte. È il caso anche per questa Frieze London 2025 di questi lavori a tecnica mista su tela e di queste sculture del quarantenne artista britannico Daniel Crews-Chubb.
FRANCO NOERO

Anna Boghiguian con dei dipinti piccoli e preziosi montati tutti in fila. Hassan Sharif con dei ‘collage’ in ferro ritagliato. E poi c’è Simon Starling con due dagherrotipi su argento specchiante montati all’interno di un piccolo cabinet nel quale entrare superando una tenda nera circolare. Poi ci sono degli interventi misurati e eleganti di Robert Mappelthorpe e Francesco Vezzoli. Oltre naturalmente alle immancabili sedie di Martino Gamper. Franco Noero riesce a fare anche quest’anno un bello stand nel suo abituale piccolo spazio angolare.
STEPHEN FRIEDMAN

Uno stand tutto dedicato al ritratto per questa galleria che nel 2025 festeggia i suoi primi 30 anni di affari nel mercato dell’arte londinese e internazioinale. Sarah Ball, sessant’enne britannica, esplora attraverso i suoi ritratti i temi del genere e dell’identità attraverso i trattti intensi dei volti che ritrae. Nello stand ci sono opere grandi, piccole, a olio e anche su carta con una lunga serie di 10 opere a disegno che attirano particolarmente l’attenzione.
ESTHER SCHIPPER

È uno stile di stand piuttoso strano per questa galleria che solitamente ci ha abituati a presentazioni più variopinte e creative. E invece qui siamo in un ambiente che riesce ad essere rarefatto pur trovandosi esattamente a destra dell’ingresso principale. La tonalità gialloverde delle pareti aiuta. Ma soprattuttop il lavoro lo fanno i quadri misteriosi della quarantenne tedesca Sarah Buckner cresciuta tra l’altro – curiosità – frequentando anni fa l’Accademia di Belle Arti di Palermo.
FRITH STREET

Uno stand ortogonale, impeccabile e geometrico. Da vedere frontalmente. Ci sono a parete i grandi lavori-collage in tessuto ricamati da Malgorzata Mirga Tas: sono delle riflessioni circa gli stereotipi sulla popolazione Rom. Tutto intorno le nuove sculture di Daniel Silver con ritratti in bronzo e basi modellate in marmo, che sono sculture anch’esse (un bel lavoro sul corpo umano). E per finire, come a creare un portale, i totem-archivi fotografici di Dayanita Singh
MODERN ART

Come detto per Esther Schipper, ci troviamo nel piazzale di accesso della fiera, subito dopo l’ingresso. Il grande stand di Modern Art prende tutto un lato e funge quasi da ‘desk di accoglienza’ della rassegna. C’è un tavolo lunghissimo e sopra le opere in ceramica dell’artista moscovita (ma ormai newyorkese d’adozione) Sanya Kantarovsky. Tutte da guardare e approfondire nei dettagli così come le piccole preziose opere sempre in ceramica alle pareti.
Massimiliano Tonelli
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