Tra memoria, responsabilità e collettività. Inaugura Flashback Art Fair 2025 a Torino
Contraddistinta dal motto “l'arte è tutta contemporanea” la fiera più trasversale dell'Art Week torinese torna ad animare gli spazi in precollina di Flashback Habitat con mostre, installazioni e progetti che ruotano attorno all'impegno sociale. Ecco le prime immagini della fiera appena inaugurata
L’arte come testimonianza del presente, pratica di resistenza e consapevolezza. Questo è l’obiettivo che si pone Flashback Art Fair, la rassegna d’arte moderna e contemporanea che torna ad abitare gli spazi di Flashback Habitat, in Corso Giovanni Lanza 75 a Torino, fino al 2 novembre.
Diretta da Ginevra Pucci, Stefania Poddighe e con la direzione artistica di Alessandro Bulgini, la tredicesima edizione della fiera è volutamente Senza titolo, con l’intento di superare gerarchie temporali e sociali attraverso il dialogo tra linguaggi e ricerche di diversi artisti rappresentati da quarantotto gallerie, tra nazionali e internazionali, tra cui spiccano: Aleandri Arte Moderna di Roma, Umberto Benappi di Torino, Giammarco Cappuzzo Fine Art di Londra Kollenburg Antiquairs di Oirschot, Galleria dello Scudo di Verona, NP ArtLab di Milano, Tower Gallery di Todi e Małgorzata Ciacek di Varsavia (per citarne solo alcune). Ecco le prime immagini della fiera.
La responsabilità dell’arte e nelle iniziative di Flashback Art Fair a Torino
La fiera mette in dialogo artisti lontani nel tempo, come Albrecht Dürer, Modigliani o il Genovesino, che entrano in relazione con altrettanti contemporanei come Alessandro Bulgini, Domicella Bożekowska, Deng Shiqing e Luigi Ontani. Le opere esposte non si limitano alla mera rappresentazione, ma diventano strumenti di riflessione sul nostro quotidiano, approfondendo tematiche attuali come: identità, metamorfosi, corpo, impegno sociale e crisi climatica.
Non solo, Flashback pone l’accento sul concetto di esperienza artistica con diverse iniziative tra cui la performance/laboratorio di Alessandro Bulgini con lo studio Veracruz Tattoo, trasformando il tatuaggio in un gesto artistico e spostando il confine del disegno dal piano visivo a quello corporeo, sociale e, quindi, collettivo. L’attenzione alle pratiche partecipative prende forma anche nei progetti video e fotografici, come Butterfly, a cura di Rebecca Russo (che esplora metamorfosi e percezione del sé) che accoglie il pubblico nel dehor dell’ex brefotrofio; e Flowers di Enzo Obiso (dove le immagini dialogano con le architetture del complesso). Completano la rassegna il Public Program e i Flashback Lab, con talk, laboratori e percorsi didattici ispirati al mito di Ulisse.

Il suono come strumento di empatia, riflessione e narrazione da Flashback a Torino
L’edizione 2025 di Flashback dedica una particolare attenzione al suono e alle sue molteplici declinazioni. Si parte col progetto Flashback Sound, sviluppato nel Padiglione C, volto all’alterazione della percezione spaziale attraverso interventi musicali e installazioni sonore. Tra le proposte più significative spiccano ’Sta cosa del Jazz, con Elis Sextet e Blessing Quintet, che coniugano jazz, hard bop e bossanova, creando un dialogo tra tradizione e libertà interpretativa. Il medium sonoro è approfondito anche dalla galleria Mancaspazio di Nuoro che dedica l’intero stand (realizzato assieme all’exhibition designer Andrea Isola) alle opere di Pinuccio Sciola, accompagnando il pubblico alla scoperta di una ricerca artistica capace di declinare il linguaggio scultoreo per aprirlo alla musica.
Gaza, Opera Viva: il progetto sociale di Flashback 2025 a Torino
È a cura di Christian Caliandro Gaza, Opera Viva, il progetto di Alessandro Bulgini che riunisce immagini arrivate (con fatica) da Gaza, che si alternano alle fotografie delle performance realizzate dall’artista in piazze e contesti internazionali. Un racconto di fragilità e resistenza, di presenza e cura, che traforma il gesto artistico una testimonianza diretta della realtà.

Flashback: un agire fortemente sentimenale
“L’edizione di quest’anno della fiera di Flashback vuole accentuare ancora di più il nostro agire in maniera fortemente sentimentale”, spiega ad Artribune l’artista Alessandro Bulgini, direttore artistico di Flashback Art Fair. “Per far questo ho scelto come immagine due quadri, uno in particolar modo di mio fratello. Mio fratello è venuto a mancare nel 2011, giovane, era un artista, e per cui ho scelto un lavoro emblematica per una serie di motivi che, comunque, partono da una radice affetiva. Il quadro, nello specifico, è stato fatto nel 2010. Cosa succede? Fa un ritratto, o meglio, recupera un ritratto di Antonello da Messina, dedicato a un pescatore ignoto, che poi si rivelerà essere attribuibile ad altri personaggi, per la precisione un vescovo. Ad accumunare lo storico pittore a mio fratello – oltre al nome – era l’attenzione a un pescatore ignoto, cosa che ha a che fare con la nostra famiglia, tutti i marinai in qualche maniera. La cosa particolare è che mio fratello ha lasciato il dipinto fatto a mio nipote, dandogli modo di agire liberamente sull’opera. Tra uno scorbocchio e l’altro, mio nipote scrive delle lettere apparentemente casuali, che assieme formano la parola, ‘Iafet’, nome di uno dei tre figli di Noè. Da lì la stratificazione del quadro, emblema della nostra visione poetica, di cogliere il tutto, rimescolarlo e farlo diventare un’altra opportunità interpretativa”.
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