Muore a Düsseldorf Günther Uecker artista protagonista del Gruppo Zero
Scultore e pittore di fama internazionale è stato tra le figure più influenti del secondo dopoguerra grazie al suo ruolo chiave all’interno del gruppo d’avanguardia di cui fecero parte anche Yves Klein, Heinz Mack, Otto Piene, Enrico Castellani, Lucio Fontana e Piero Manzoni

È stato dato dalla moglie Christine, dal figlio Jacob e dalla sorella Rotraut Klein-Moquay, artista anch’essa e vedova di Yves Klein, l’annuncio della morte a 95 anni di Günther Uecker (Kuhlen-Wendorf, 1930 – Düsseldorf, 2025), noto protagonista del Gruppo Zero. Scultore e pittore di fama internazionale, Uecker è stato tra le figure più influenti del secondo dopoguerra, noto soprattutto per il suo ruolo chiave all’interno del gruppo d’avanguardia, di cui fecero parte anche Yves Klein, Heinz Mack, Otto Piene, Enrico Castellani, Lucio Fontana e Piero Manzoni.
Chi era Günther Uecker
Nato il 13 marzo 1930 a Wendorf, nella regione tedesca del Mecklenburg, Uecker ha vissuto pienamente le tensioni e le trasformazioni artistiche del Novecento. Dopo un esordio legato al realismo socialista, maturato nei primi anni di studio a Wismar e Berlino-Weissensee tra il 1949 e il 1953, l’artista trova la propria vocazione alla Kunstakademie di Düsseldorf, dove abbandona progressivamente la figurazione per esplorare una nuova dimensione plastica e concettuale del segno.
La svolta nella ricerca artistica di Günther Uecker
A partire dalla seconda metà degli Anni Cinquanta, Uecker inizia a realizzare opere su superfici monocrome (bianche, nere o rosse), attraversate da moduli geometrici regolari. Ma è il 1957 l’anno della svolta: l’introduzione del chiodo come elemento plastico. Non più solo pittura, ma un vero e proprio rilievo che trasforma la superficie in paesaggio, scultura, spazio. Attraverso l’uso di chiodi infissi nella tela o nel legno, Uecker dà vita a opere che giocano con la luce e le ombre, sfidando la bidimensionalità del quadro e la staticità dell’oggetto d’arte.
Günther Uecker e il Gruppo Zero
Questa poetica della materia e del movimento lo avvicina alle sperimentazioni di Heinz Mack e Otto Piene, con i quali nel 1961 fonda il Gruppo Zero, un collettivo artistico votato alla rinascita dell’arte dopo le macerie della guerra. Il gruppo propone un nuovo inizio (“zero”) per l’arte, costruendo un linguaggio visivo che dialoga con la scienza, la tecnologia, la luce e il tempo, in una sintesi tra avanguardia e spiritualità. La ricerca di Uecker prosegue negli Anni Sessanta e Settanta con installazioni dinamiche, oggetti d’uso quotidiano trasformati in sculture (sedie, tavoli e pianoforti coperti di chiodi), opere elettriche e progetti monumentali all’aperto. La sua curiosità creativa lo porta anche nel teatro, realizzando scene e costumi per le opere Fidelio nel 1974 e Parsifal nel 1976. Negli ultimi decenni si è dedicato inoltre a stampe in rilievo e lavori cinematografici, mantenendo sempre un legame profondo con il tema della luce come metafora della condizione umana.
Redazione
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