In Liguria un festival diffuso riscopre il paesaggio costiero e come è stato modellato dal tempo libero
Presenta mostre, talk, laboratori, aperture straordinarie di luoghi inediti, visite guidate e proiezioni la rassegna che per due settimane racconta le architetture, la memoria e la società della Riviera di Ponente per poi espandersi alla Costa Azzurra e al Var

Da Varazze a Ospedaletti e da Mentone a Hyères, dalla Riviera di Ponente alla Costa Azzurra e al Var. Sono questi i luoghi del festival diffuso Abitare la vacanza. Architettura per il tempo liberato, che nasce con l’obiettivo di esplorare e raccontare le trasformazioni del paesaggio costiero a partire dagli anni del boom economico, ossia da quando il turismo di massa ha profondamente modificato il modo di abitare e percepire le località di villeggiatura.
“Abitare la vacanza. Architettura per il tempo liberato”: i luoghi
A cura di Gloria Bovio, Andrea Canziani ed Emanuele Piccardo, la rassegna si divide in due momenti tra la costa ligure e la Francia: dal primo al 5 luglio a Varazze e dall’8 al 13 a Ospedaletti, per poi espandersi tra l’autunno del 2025 e il 2026 in Costa Azzurra e Var, tra mostre, talk, laboratori, aperture straordinarie di luoghi inediti, visite guidate e proiezioni.




“Abitare la vacanza. Architettura per il tempo liberato”: le architetture
Il festival propone un’esplorazione critica di come il turismo abbia inciso sull’evoluzione urbana e culturale delle coste. A fare da sfondo a questa riflessione, due casi emblematici: i complessi residenziali Capo Pino e Capo Nero, progettati da Luigi Carlo Daneri tra Sanremo e Ospedaletti, e gli interventi urbanistici di Ignazio Gardella e Marco Zanuso per Piani d’Invrea, a Varazze, per l’occasione al pubblico con visite guidate a cura di IN/Arch Liguria.
“Abitare la vacanza. Architettura per il tempo liberato”: cosa non perdere
Da non perdere, Diario Vacanza, uno spazio partecipativo che raccoglierà cartoline, fotografie e racconti degli anni Sessanta e Settanta al fine di costruire un archivio condiviso del modo in cui abbiamo abitato il tempo liberato. Mentre l’Edicola del festival offrirà un angolo informale con sdraio e ombrelloni dove potersi rilassare, leggere e chiacchierare. La mostra fotografica MiraMare, invece, è un taccuino di viaggio da sfogliare, con le immagini (tra architettura e paesaggio) di Gaia Cambiaggi, Marco Introini ed Emanuele Piccardo. Ma il festival include anche momenti dedicati ai più piccoli, con la Scuola di architettura per bambini, e un ciclo di proiezioni con i documentari Des rêves de vacance en béton del regista Reinhold Jaretzky, che offrono uno sguardo cinematografico sul binomio architettura e società.
“Abitare la vacanza. Architettura per il tempo liberato”: il progetto
“A oltre sessant’anni di distanza da La lunga strada di sabbia, il reportage in cui Pier Paolo Pasolini – seguito dall’obiettivo di Paolo Di Paolo – percorre in auto l’intera costa italiana nell’estate del 1959, dai celebri numeri 283 e 284 di Casabella sulle coste italiane e dalla XIII Triennale sul tempo libero del 1964, ‘Abitare la Vacanza. Architetture per il tempo liberato’ propone una riflessione attuale non solo sui cambiamenti del paesaggio, ma anche sui mutamenti culturali e sui modi di vivere la vacanza che hanno accompagnato la crescita delle località turistiche nel secondo dopoguerra”, spiegano dall’organizzazione.
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Caterina Angelucci
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