Una libertà assoluta. A Verbania apre un’importante mostra su Ugo Nespolo
Cento opere di Nespolo arrivano a Villa Giulia, nel suo Piemonte: dalla carta da spolvero all'arte “ricca”, passando per film e scenografie uniche, vanno in mostra più di sessant’anni di carriera eclettica e anticonformista

Abbracciare in un colpo solo la carriera artistica di Ugo Nespolo (Mosso, 1941) è complicato. Dagli esordi con Schwarz (insieme a Baj e Picabia) e l’amicizia con Sanguineti, l’artista del biellese sperimenta a più non posso, contro ogni comoda intuizione: dopo la co-scrittura del primo Concerto Fluxus Italiano, che porta il movimento in Italia, c’è il contributo al Cinema degli Artisti, e ancora la pubblicità, gli interventi urbani e l’insegnamento. Come dimenticare, poi, la direzione artistica di Richard Ginori, le decorazioni per la metro (e i palazzi) di Torino, l’esperienza nell’animazione televisiva e quella nella scenografia teatrale. È assecondando queste moltitudini che si muove la grande antologica a lui dedicata alla Villa Giulia di Verbania, che da maggio a settembre propone un centinaio di opere create in più di sessant’anni di carriera. “Ho calcolato di aver fatto 3900 mostre, nella mia vita, ma questa mi emoziona particolarmente”, ha detto l’artista, ancora un vulcano d’idee. “L’abbiamo chiamata ‘Universo Nespolo’ perché è una mostra che riassume molto la mia idea: aver fatto tutto ‘the wrong way’, una strada eclettica che non segue ciò che chiede il mercato. Un atteggiamento suicida, e che non piace, che però ha portato i suoi frutti”.
Ugo Nespolo e la sua libertà “assoluta”
Il percorso di visita racconta quindi gli apici delle molte vite creative di Nespolo, dai primi anni di carriera alle esperienze più recenti (inclusi i nuovi acrilici), senza però seguire un ordine prettamente cronologico: coesistono, mescolate e dialoganti tra loro, le prime rivisitazioni del Futurismo e del Dadaismo con gli esperimenti in seno alla nascente Pop Art e il periodo dell’arte povera. Da cui l’artista biellese si allontanò (come sempre, ironicamente) per non voltarsi più indietro, spostando l’attenzione verso i lavori puramente sperimentali degli anni americani, e non solo, così come quelli commerciali e d’arte applicata. In ogni angolo si rende evidente quel suo “fare bottega”, come sottolineato dal curatore della mostra Sandro Parmiggiani, e quella visione connotata da“una libertà assoluta”.









Sperimentazione e ironia di Ugo Nespolo a Verbania
Le sale della palazzina neoclassica, affacciata sul Golfo Borromeo del Lago Maggiore (frazione di Pallanza), seguono questi spunti, creando quindi dei percorsi tematici: ora sono messi in risalto i lavori con la logica, spinti da un grande interesse per i sillogismi aristotelici e il lavoro di Pastore; ora i grandi disegni su carta da spolvero, sarcastici e ispirati (il preferito dell’artista è quella Natura morta che ricorda Malevich); ora i film sperimentali a New York e in Italia con Ginsberg e Giannini. Punteggiano le sale i pezzi in ceramica policroma (tutti della Bottega Gatti di Faenza) alternati a quelli in legno intarsiato e a quelli in vetro di Murano (qui il sodalizio è con la bottega Barovier & Toso). Media e materiali sempre diversi, la cui scelta cela precise intenzioni, e visioni, Iconico il caso del corpus di Fogginia, i cui pezzi d’ebano, alabastro e argento fungono da commentario “ricco” della finta “arte povera”. Non mancano nemmeno rare edizioni di libri d’artista, gli scatti di Manhattan tra gli Anni Settanta e Ottanta e i fantasmagorici modelli e bozzetti delle scene e i costumi per l’opera lirica. Compresa quella leggendaria Madama Butterfly nel Gran teatro all’aperto di Puccini nel 2007.

Nespolo a Villa Giulia
Prodotta e organizzata dalla Città di Verbania, che celebra con questo percorso anche la “piemontesità” di Nespolo e che punta a un nuovo tipo di turismo locale e di valore, Universo Nespolo segue quindi da vicino l’inesauribile spinta creatrice dell’artista classe ’41, proponendone i diversi esempi in un ambiente a sua volta eclettico e ricercato. Immersa in un raccolto parco (restaurato e aperto al pubblico per l’inaugurazione), Villa Giulia è infatti cambiata molto del corso degli ultimi due secoli, perlopiù seguendo le vicissitudini della rinomata famiglia Branca (inventore del Fernet incluso) fino a diventare casinò (il nome Kursaal con cui è spesso nota le viene da lì) fino a entrare nel patrimonio della città affacciata sul lago. Che ora celebra il “suo” Nespolo, e oltre mezzo secolo di idee inarrestabili.
Giulia Giaume
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