È morta EVA, la gemella dell’inconfondibile duo artistico queer EVA & ADELE
Età non definita e pochissime informazioni biografiche, dagli Anni Novanta EVA ha costituito con la sua gemella “venuta dal futuro” un duo performativo basato a Berlino, che ha sovrapposto l’arte all’esistenza. All’insegna del superamento delle distinzioni di genere e della riflessione sull’identità

Non hanno mai rivelato i loro nomi di battesimo, né il loro anno di nascita, EVA & ADELE, duo artistico queer nato negli Anni Novanta a Berlino, presentandosi come “hermaphrodite twins from the future”, giunte in città con una macchina del tempo dopo la caduta del Muro.
E ora, nell’annunciare la scomparsa di EVA, il messaggio di cordoglio condiviso sulla pagina Instagram del duo è coerente con questa narrazione: “EVA è tornata al futuro oggi. Ha lasciato questo mondo ed è entrata nella scena eterna. La sua fede nel potere dell’arte era infinita”.
Il duo artistico EVA & ADELE: la vita come performance
L’artista è scomparsa nella giornata di mercoledì 21 maggio, per cause non rese note e a un’età imprecisata, sebbene sia stato scelto di comunicare 34 anni, un mese e 10 giorni, scegliendo come data di nascita simbolica il giorno del suo matrimonio (che ufficiosamente sarebbe stato celebrato nel 1991, in occasione di una mostra al museo Gropius Bau di Berlino).
Del resto, negli ultimi trent’anni il duo basato in Germania – unito sentimentalmente, oltre che da una comune visione artistica e professionale – aveva scelto di fare della propria vita una performance, mostrandosi nei momenti quotidiani come in occasione di eventi pubblici sempre insieme, vestito e truccato allo stesso modo, spesso con abiti appositamente realizzati, e raccogliendo un archivio di foto, oggetti, video che oggi raccontano e documentano un approccio all’esistenza (la propria) come opera d’arte totale.
Il superamento delle distinzioni di genere nell’opera di EVA & ADELE
Centrale nel loro rappresentarsi è sempre stato il superamento dell’individualismo – ma al contempo anche della dualità suggerita dalla relazione tra due persone – in favore di un’unità più profonda ed eterna, costantemente ribadita dalla messa in scena di situazioni votate anche a disturbare il binarismo di genere.
Il primo atto performativo pubblico vide il duo presentarsi alla Biennale di Venezia nel 1991, da subito con l’estetica che le ha accompagnate nel tempo volta a superare la distinzione tra maschile e femminile (nel 2011, dopo una lunga battaglia legale, la stessa EVA ufficializzò la sua transizione di genere per avere la possibilità di sposarsi, pur continuando e non credere nella distinzione tra uomo e donna), per far riflettere sui temi dell’identità, del genere e dell’intimità con un approccio fuori dagli schemi ma mai volgare, ironico e rigoroso al tempo stesso. Inclini a mostrarsi anche nella casa-studio di Charlottenburg, EVA & ADELE hanno portato la loro arte in fiere, musei, piazze, grandi eventi di settore, da Documenta a Manifesta, alle Biennali di Venezia. Oltre ad essere presenza inconfondibile durante tutte le grandi inaugurazioni del circuito dell’arte.
Le mostre sull’arte di EVA & ADELE
Nel 2016, a Parigi, il Musée d’Art Moderne provò ad allestire una mostra (You Are My Biggest Inspiration) sulla loro arte, pur nella difficoltà di affidare a un’esposizione canonica il racconto di una creatività performata per 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. Al 2018 risale la mostra L’Amour du Risque alla The Olbricht Collection di Berlino. Più recente è il progetto The Present of the Future allestito nel 2023 all’OK Zentrum di Linz, al motto di “museo è ovunque noi siamo”, accompagnato dal catalogo (2024) a cura di Lisa Petersen. E molti musei e collezionisti privati hanno acquistato in questi anni dipinti e disegni realizzati da EVA & ADELE.
Futuring è il neologismo che il duo inventò per definire il ruolo attivo dell’essere umano nella costruzione del proprio futuro. Ma anche un’idea atemporale (dunque eterna?) della storia e dell’esistenza. Ed è questo l’auspicio che chiude ora il commiato di ADELE alla sua parte gemella.
Livia Montagnoli
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