La migliore asta di arte moderna di sempre per la casa Dorotheum a Vienna
Il 20 e 21 maggio 2025 presso il Palais Dorotheum di Vienna si sono tenute le aste di arte moderna e contemporanea, con un totale da record per la casa viennese e ottimi riscontri anche per gli artisti italiani in catalogo

Dopo la settimana intensa dedicata agli scambi sul mercato di New York, la linea è passata in zona Europa con le aste di Dorotheum del 20 e 21 maggio 2025 a Vienna dedicate all’arte moderna e a quella contemporanea. I risultati sono stati soddisfacenti, con le vendite di fascia media che hanno ottenuto riscontri più che ragguardevoli, e la sessione di arte moderna che ha toccato un record importante: quello di asta più fruttuosa di sempre, per il segmento, nella storia della auktionshaus di Vienna a quota 7,7 milioni di euro.
Le aste di maggio di Dorotheum a Vienna
Le aste viennesi di Palais Dorotheum rappresentano un appuntamento di enorme rilievo nel contesto del mercato mitteleuropeo e, anche in questo caso, gli offerenti hanno dedicato una maggiore attenzione verso i nomi granitici delle avanguardie del ‘900, a riprova di un trend che punta su nomi confortevoli e storicizzati, affrontando stime ponderate e non troppo difficili da scalare. Molto positivi i risultati raggiunti dagli artisti italiani in entrambe le sessioni, un dato questo che conferma il grande apprezzamento da parte del mercato viennese per l’arte nostrana.
L’asta da record di Dorotheum a Vienna
Come dicevamo, il notevole interesse mostrato da parte degli offerenti ha reso quella del 20 maggio 2025 l’asta di arte moderna di maggior successo nella storia di Dorotheum, con un totale di 7,7 milioni di euro. Gli artisti austriaci sono stati i veri protagonisti della serata, iniziata con la vendita del dipinto Garten in Döbling (1908) di Carl Moll, salito cinque volte sopra la stima bassa, passando di mano per €536.750. Solidi riscontri per i disegni di Gustav Klimt venduti in un range di aggiudicazione di €40.000-110.000, mentre star del catalogo è stato Egon Schiele con il suo Female nude leaning on her arm (1912) che si è assestato a €565.000. Di altro genere pittorico, ma sempre rimanendo in zona Austria, Rast (1930) di Alfons Walde ha polverizzato la stima bassa di €70.000 per trovare il bid finale a €494.000, commissioni incluse. E ancora risultati significativi per Marc Chagall, Francis Picabia e Victor Brauner.





L’arte moderna italiana in asta da Dorotheum a Vienna
Per quanto riguarda gli artisti italiani in catalogo, una delle migliori vendite della serata è stata segnata dalla splendida Piazza d’Italia datata 1954 e a firma Giorgio de Chirico. Partiva da €250.000 di stima bassa, ma è stata contesa fino al colpo di martello conclusivo che, incluse le commissioni, ha toccato quota €520.000. Ottimi risultati per Marino Marini, Carlo Carrà e Gino Severini, che con un futurista Tango Argentino (1913) ha trovato una nuova casa per €130.000.
L’arte contemporanea in asta da Dorotheum
Il giorno successivo è toccato al catalogo di arte contemporanea, anche questo molto in linea con i gusti degli offerenti. Due artiste sono state particolarmente apprezzate, di cui tra l’altro Dorotheum detiene gli attuali record d’asta: Maria Lassnig e Martha Jungwirth. Con un riconoscimento del mondo dell’arte tardivo, certo, ma a questo punto meglio tardi che mai, e aggiudicazioni in asta oltre le aspettative. Selbstportrait mit Engel o Kleiner Harlekin (1961) di Maria Lassnig è passato di mano per €481.000, mentre l’opera senza titolo di Martha Jungwirth, appartenente alla serie der affe in mir (1990), ha raggiunto i €130.000. Le opere del pittore Mikuláš Medek, pioniere dell’avanguardia ceca del secondo Novecento, hanno riscosso un interesse particolarmente elevato. Il suo museale Mr. Enterprise del 1968 ha trovato un nuovo proprietario per €520.000, mentre Sudden Incident on the Border of Yellow IV (1967) è passato di mano per €351.000. Dal fronte scultura notevole è stata la vendita di Woman on a Horse (1998) di Fernando Botero, che ha trovato una nuova casa per €468.000.
Il riconoscimento dell’arte italiana in asta a Vienna
Infine: gli italiani, anche nel catalogo contemporaneo. Solidi riscontri per i maestri del gruppo Forma 1 capitanati da due magnifiche opere a firma Piero Dorazio e Carla Accardi, rispettivamente Untitled (1972) e Azzurro-Rosso n.2 (1961), salite entrambe sopra i €200.000. E poi, a seguire e sempre dello stesso movimento, opere di Capogrossi e Sanfilippo sopra i €100.000. Ancora, a sfondare il tetto dei €200.000, uno splendido tondo Non Dove (1987) di Emilio Vedova, aggiudicato a €211.875, e una pregevole tela Senza Titolo di Tancredi, datata 1957 e venduta per €208.000. Sul versante pop e Secondo Novecento, sono apparsi i nomi di Alighiero Boetti, Mario Schifano, Pier Paolo Calzolari e poi Dadamaino, che con il suo Volume a moduli sfasati (1960) ha doppiato la stima bassa per sfiorare i €60.000 di aggiudicazione. Da ultimo, un materico Leoncillo Leonardi, Luce Perduta n.2 (1961), che, pur sotto la stima bassa di €220.000, ha trovato comunque una nuova casa per € 208.000.
Antonio Mirabelli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati