In Salento una fondazione culturale promuove incontri interdisciplinari e una visione pedagogica dell’arte

Orientate in senso comunitario e ispirate a una visione di ecologia produttiva, le attività della Fondazione Lac o Le Mon a San Cesario di Lecce vanno dal noto “Simposio di pittura” agli incontri interdisciplinari tra arte e filosofia in collaborazione con l’Università di Bologna. Ne abbiamo parlato con uno dei suoi fondatori, Casare Pietroiusti

Tra residenze, seminari, convegni e laboratori la Fondazione Lac o Le Mon (composta da Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti e Luigi Presicce, anche conosciuti come il gruppo Lu Cafausu) presenta a quasi 10 anni di attività il programma 2024 – che si svilupperà dal 25 maggio a ottobre alla Casa Cafausica, sede della fondazione a San Cesario di Lecce – aperto ad artisti, curatori, scienziati, attivisti e pensatori di tutti i generi ed età. Inoltre, grazie al bando Creative Living Lab vinto nel 2023, il gruppo ha restaurato e rifunzionalizzato l’antica cucina economica (dismessa dagli anni ’60) e ha aggiunto un terzo bagno per i disabili, mentre è in programma un intervento di rimboschimento per una parte del parco. Delle novità di quest’anno ai progetti a lungo termine, ci parla l’artista Cesare Pietroiusti.

La Fondazione Lac o Le Mon. Intervista a Cesare Pietroiusti

Come nasce la fondazione?
La Fondazione Lac o Le Mon nasce nel 2015 per dare una casa alle proposte e alle sperimentazioni del gruppo Lu Cafausu (Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti, Luigi Presicce). Le attività che si svolgono nella Casa Cafausica di San Cesario di Lecce, la suggestiva sede della Fondazione, riflettono gli approcci, le poetiche, le visioni degli artisti del gruppo, ma anche di molte e molti altri, artiste/i e non che, in questi dieci anni, si sono avvicinati e hanno collaborato con noi. In generale la Fondazione Lac o Le Mon è un luogo dove si possono coagulare e sviluppare esperienze orientate a una nuova visione pedagogica, in cui la trasmissione e la condivisione del sapere avvengano nella pluralità attiva di una comunità e nella correlazione fondante con il luogo, la sua architettura, la terra, le piante, la consapevolezza dei limiti delle risorse (non abbiamo né l’attacco alla rete elettrica né a quella idrica): una proposta di forme di conoscenza che diventino, seppure temporaneamente, forme di vita.

In che direzione si muove l’attività della fondazione?
Normalmente un gruppo di lavoro esprime momenti di intelligenza collettiva utili ad analizzare e risolvere un problema, a migliorare dei piani progettuali e, nei laboratori di artisti, a produrre delle opere con un’importante componente di superamento dell’autorialità individuale. Nella comunità si compie un passo ulteriore poiché si inserisce – nella circolazione e ricombinazione di saperi, competenze e intuizioni individuali – anche tutto quello che concerne la vita quotidiana e l’emersione della fisicità: cibo, ozio, gioco, piacere, pulizia, sonno ecc.

La Fondazione Lac o Le Mon. La programmazione del 2024

Quali temi sono affrontati nel programma di quest’anno?
Si va dall’ormai noto e frequentatissimo Simposio di Pittura, concepito e curato da Luigi Presicce, ai seminari sull’Estetica dell’impercepibile che Emilio Fantin propone da anni; dagli esperimenti sui modi di vita non capitalistici articolati da Ayreen Anastas e Rene Gabri e dalle esplorazioni sul tema del “dionisiaco” e sulle tecniche e i significati dell’estasi (di cui mi sto occupando io stesso con, fra altri, Carico Massimo di Livorno, Kunstverein di Milano e il collettivo Indicibile), agli incontri interdisciplinari sui diversi linguaggi delle arti performative proposti da Ilaria Mancia e a quelli tra arte e filosofia, partiti lo scorso anno su iniziativa di Giancarlo Norese in collaborazione con il centro di studi spinoziani Sive Natura dell’Università di Bologna.

Quali, invece, le novità?
Quest’anno si apre con importanti novità. Il progetto Focolare Domestico – Esperienze formative di comunità – frutto della collaborazione fra Lac o Le Mon, Eccom, Zero al Cubo e Salento Km0 – è risultato vincitore del Premio Creative Living Lab (quinta edizione) e ciò ha consentito di affrontare un meticoloso restauro e recupero della grande e antica “cucina economica”, già in uso (fino agli anni ’60) a una comunità di contadini. I primi giorni di aprile, durante il laboratorio Burning Sister condotto da Chiara Camoni, abbiamo vissuto l’emozione di riaccendere quel “monumento” e di preparare, nei suoi vari scomparti, pane, zuppe, caffè ecc. Focolare Domestico prosegue, nei prossimi mesi, con un fitto programma di attività, fra cui laboratori sulla terracotta, sugli utensili della cucina, sulla potenza fisica e simbolica del fuoco, sull’autocostruzione e la decorazione di un forno esterno. Questi laboratori saranno condotti da Maria Diana, Enzo Umbaca, Juan Puentes, Edizioni Brigantino (Canedicoda e Valentina Lucchetti).

Una programmazione che proseguirà per mesi…
Dal 25 maggio (giorno in cui comincerà un seminario multidisciplinare a cura di Andrea Carlino e Luigi Negro, finalizzato a uno speciale omaggio a un grande salentino, Carmelo Bene) fino a metà ottobre (quando terminerà Posidonieto, la residenza dedicata al più-che-umano, a cura di Zoe De Luca Legge), la Casa Cafausica sarà sempre aperta e in attività.

E gli obiettivi a lungo termine?

A lungo termine, l’obiettivo è creare un centro permanente di ricerca, formazione e sperimentazione sulle ritualità legate al mangiare e al bere che, partendo da tematiche antropologiche, mitico-religiose e artistiche, possa, nel contempo, rappresentare un’esperienza aperta alle realtà territoriali in dialogo con addetti ai lavori e con studenti italiani e internazionali. Su queste tematiche, per esempio, ospiteremo – come parte del progetto Diventare Lumbung, con il quale Paola Pietronave ha ottenuto una borsa di studio dall’Italian Council – una residenza di alcuni dei componenti del collettivo che ha curato l’ultima edizione di Documenta Kassel, i Ruangrupa / Gudskul.

Caterina Angelucci 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

Scopri di più