È morto per una polmonite Richard Serra uno dei più grandi artisti al mondo

Noto in tutto il mondo per le sue opere scultoree monumentali e immersive, l’artista californiano muore all'età di 85 anni nella sua casa a New York 

Nato il 2 novembre del 1939, a San Francisco, Richard Serra è morto nella sua casa a New York il 27 marzo 2024, a seguito di una polmonite. A darne notizia è il suo avvocato, John Silberman. Noto al grande pubblico per le sue imponenti opere in metallo, Serra ha riformulato i codici della scultura e dello spazio, creando ambienti immersivi e coinvolgenti come The Matter of Time, realizzata con 1.034 tonnellate di acciaio ossidato e ospitato in maniera permanente nella sala principale del Museo Guggenheim di Bilbao. 

Oltre alle installazioni e sculture ambientali, l’artista ha dedicato parte della sua ricerca anche alla produzione grafica, contraddistinta da forme geometriche create con un impasto particolarmente denso di colore ad olio, inchiostro e silice (simile al catrame), conferendo materialità e volume alle opere. 

Richard Serra in mostra da Gagosian a New York. Ph. Francesca Magnani
Richard Serra in mostra da Gagosian a New York. Ph. Francesca Magnani

Richard Serra: la vita e la carriera 

Richard Serra nacque il 2 novembre del 1939 a San Francisco, in California. Concluse i suoi studi presso la University of California di Santa Barbara, mantenendosi come operaio in un’acciaieria. Negli anni Sessanta partì alla volta dell’Europa grazie ad una borsa di studio, vivendo prevalentemente tra Parigi e Roma e avvicinandosi al movimento della Pop Art e dell’Arte Povera. Un’esperienza importante e formativa che si formalizzò in una serie di opere presentate nella sua prima mostra personale alla galleria romana La Salita, nel 1966. Successivamente, fece ritorno a New York, lavorando a contatto con esponenti del West Coast antiform group. Questi segnarono profondamente la carriera dell’artista californiano, tanto da diventare protagonista – assieme ad altri artisti emergenti – della mostra del Solomon R. Guggenheim Museum nel 1969, rendendolo famoso al grande pubblico. Negli anni Settanta la sua ricerca cambiò direzione e si focalizzò su opere di land art, realizzando progetti ad hoc in Europa e in America, e nel corso della carriera è stato anche protagonista di importnati rassegne personali e collettive, quali: Documenta 5 a Kassel nel 1972 e Documenta 8 nel 1987, Biennale di Venezia nel 1981, Sculpture a New York nel 1986, Weight and Measure nel 1992 alla Tate di Londra Running Arcs nel 1992 a Düsseldorf, Kunstsammlung, e molte altre ancora.

Richard Serra (1938) Open Ended (2007-2008) Museum Voorlinden, Wassenaar - foto Antoine van Kaam
Richard Serra (1938) Open Ended (2007-2008) Museum Voorlinden, Wassenaar – foto Antoine van Kaam

Richard Serra e la scultura 

Per la realizzazione delle sue opere, Richard Serra pose sempre una particolare attenzione alle potenzialità dei materiali scelti e le le loro tensioni. Così nacquero opere in gomma, fibra di vetro e neon, quali: Plinths, ospitata al Musée National d’Art Modern di Parigi e God is a loving father al Museum Ludwing di Colonia, entrambe realizzate tra il 1967 e il 1969. A queste si aggiunse la serie Splash pieces (ovvero colate di piombo fuso disposte orizzontalmente sul pavimento), e solidi geometrici in legno, piombo, acciaio e pietra. 

Le composizioni immersive, invece, arrivarono alla fine degli anni Sessanta con la serie Prop pieces, composte da grandi lastre e tubolari di metallo assemblati, tra cui spiccano Prop realizzata nel 1968 per il Withney Museum Shovel plate prop del 1969 alla Tate di Londra. 

Richard Serra e il minimalismo scultoreo

Con l’arrivo degli anni Settanta la ricerca di Richard Serra cambiò direzione, focalizzandosi principalmente sulla relazione tra opera e ambiente, spazio e volume. Questo nuovo orientamento lo portò a progettare nuovi ambienti in contesti paesaggistici, come nel caso di Shift King City, in Canada, Sigth Point ad Amsterdam; per poi svilupparsi in opere dalle forme monumentali, come Clara Clara, a Place Choisy a Parigi, Afangar Videy in Islanda Stacks New Haven, alla Yale University. 

Richard Serra e l’opera,Live Pig Cage I, 1966. Stampe fotografiche in bianco e nero. Ph. Aldo Durazzi, Agenzia DUfoto. Courtesy Giuseppe Garrera Collection
Richard Serra e l’opera: Live Pig Cage I, 1966. Stampe fotografiche in bianco e nero. Ph. Aldo Durazzi/Agenzia DUfoto. Courtesy Giuseppe Garrera Collection

Richard Serra e le mostre in Italia

Sono diverse le mostre che hanno reso omaggio al grande artista statunitense, prima fra tutte il MACRO di Roma che ospitò nel 2022 Richard Serra: Animal habitats live and stuffed. Il progetto consisteva in una ricostruzione fotografica della prima mostra dell’artista alla galleria La Salita, del 1966, restituendo al pubblico la serie di gabbie con animali vivi o impagliati, accostate ad assemblaggi di vari oggetti, che Serra aveva realizzato con l’obiettivo di stabilire una nuova sensibilità scultorea.
A questa si aggiunge la mostra Richard Serra. 40 Balls, ospitata nella galleria milanese Cardi Gallery. La mostra raccoglieva per la prima volta 40 nuovi disegni, tutti pezzi unici, realizzati dall’artista appositamente per l’occasione in un allestimento ad hoc.


Valentina Muzi 

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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