Tra cartoon e misticismo. La pittura di Mary DeVincentis a Roma

Menzione speciale per gli opening romani della magnetica casa-galleria di Andrea Festa, dall’atmosfera unica. Nella mostra di Mary DeVincentis ci sono visioni pittoriche di piccolo formato, insieme mistiche e leggere

Gli opening nello spazio romano di Andrea Festa sono un unicum. L’atmosfera è più da hall d’albergo che da white cube. Le persone, sempre sorridenti e curiose, sembrano provenire da altri mondi. Non che manchino addetti ai lavori e habitué delle inaugurazioni, ma quasi non si notano. Si sta come su un tram dei desideri, mescolati. D’altronde gli arredi non consentono di creare odiosi raggruppamenti. La vista, poi, è imperdibile. Infatti puntualmente si finisce a conversare in finestra, avendo l’impressionante Mole Adriana come sfondo ravvicinato. Il tutto mentre in camera da letto giacche e soprabiti formano cumuli di ‘stracci’ di una qualche Venere. Gli artisti ospitati, quasi sempre internazionali, non di rado sono di ottimo livello. Per lo più si tratta di pittori. Ora è il turno dell’americana Mary DeVincentis (Wilmington, 1948; vive a New York), che presenta un corpus di dipinti di piccole dimensioni. Sono quadri di intonazione psych-folk, molto attuali come mood. Ritraggono scene dalla carica magica, secondo un’impostazione, però, vignettistica. La pittura è disinvolta e al contempo preziosa. A spiccare è la capacità di porre squisite trame aniconiche al servizio di un immaginario comunque narrativo. 

Le opere di Mary DeVincentis da Andrea Festa a Roma

Nel complesso, il mix di misticismo e brio cartoonesco funziona. Proprio in virtù di un tale registro spassoso, a catturare sono i pezzi che si attestano su un che di indicibile. Se ne segnala uno in cui un personaggio nudo sta scavando nel verde, mentre tutt’attorno una sorta di serpente traslucido sembra intento a inghiottirlo o a incoronarlo. Si tratta di un pezzo degno di Francesco Clemente, anche se il tenore ‘naturista’ e giulivo è piuttosto personale. In un altro lavoro un gracile uccellino sta sostenendo, con le sue sole zampette, il peso del buio che lo sovrasta. L’opprimente grumo nero, dipinto in termini quasi materici, tanto da apparire calda lana, merita da solo la visita della mostra. 

Mary DeVincentis, Holding on. Photo Eleonora Cerri Pecorella
Mary DeVincentis, Holding on. Photo Eleonora Cerri Pecorella

Luci e ombre della mostra di Mary DeVincentis a Roma

Certo, non tutto convince, e anzi alcuni lavori, più smaccati sul piano del soggetto, risultano persino stucchevoli. Non è il caso del pezzo più iconico del lotto, in grado di lasciare il segno unicamente sul piano del plot. Raffigura tre sirene che, costrette ad aggrapparsi al tronco di un albero per non essere trascinate via dal forte vento, diventano perfette messaggere di connubi tra mondi differenti. Una visione bizzarra, ma incisiva come un logo riuscito, al punto da risultare direttamente pop.

Pericle Guaglianone

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Pericle Guaglianone

Pericle Guaglianone

Pericle Guaglianone è nato a Roma negli anni ’70. Da bambino riusciva a riconoscere tutte le automobili dalla forma dei fanali accesi la notte. Gli piacevano tanto anche gli atlanti, li studiava ore e ore. Le bandiere erano un’altra sua…

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