Due mostre dai colori sgargianti alla Fondazione ICA di Milano

Leda Catunda e il duo Henrot & Hoy giocano entrambi con metafore dai colori accesi e brillanti. Il succo delle loro storie? Gioia euforica e rinascita dopo il fallimento

La stagione autunnale di Fondazione ICA presenta due proposte euforiche e colorate: quelle di Leda Catunda, e del duo Camille Henrot & Estelle Hoy. Due progetti che nascono da un periodo difficile, ma guardano con ottimismo al futuro. Da una parte c’è stata la Pandemia, e dall’altra i fallimenti personali di un’amica conoscente. In entrambi i casi, il messaggio che le artiste vogliono lasciare è di avere il coraggio di risollevarsi dal dolore e dalla tristezza e ripartire. 

I patchwork di Leda Catunda in mostra da ICA

Artista centrale nella scena contemporanea brasiliana, Leda Catunda (São Paulo, 1961) ha sempre avuto una passione per i materiali comuni di reimpiego. Lenzuola, tovaglie, scampoli di cotone o jeans: tutti derivati di produzioni seriali, che caratterizzano la sua quotidianità. Questa predilezione è legata alla tradizione di famiglia del saper cucire e creare in autonomia indumenti e arredi. È con questi ritagli di stoffe e merletti variopinti che ha dato vita alle opere presenti al pianterreno della Fondazione ICA. Stratificazioni, accumuli e trasparenze: giochi di luci, colori e consistenze che prendono forme somiglianti a elementi naturali. 
Il cuore della mostra è Gotas Trasparentes (2020-21). La prima ad accogliere, e a rimanere impressa nella memoria in relazione al titolo di tutta l’esposizione: “Euforia”. Si tratta di un’installazione che pende dal soffitto, accanto ai finestroni dell’edificio. La luce si insinua tra i suoi strati di tessuto variopinto, diffondendo colori e allegria in tutto l’ambiente. È il risultato di un lavoro svolto durante i mesi della Pandemia, come dimostrazione della capacità di tenere viva la speranza dell’artista. Speranza che, alla fine di tutto, l’ha condotta davvero alla rinascita e ripresa delle relazioni interrotte durante tutto quel periodo difficile. 

La critica al consumismo di Leda Catunda

In ognuna delle opere in mostra si ritrovano i tessuti di reimpiego, derivanti da produzioni seriali e industriali. L’obiettivo è sottolineare il carattere consumistico della società contemporanea; obiettivo al pari perseguito tramite le forme assunte dai materiali, che richiamano ancora lavorazioni in serie. Si tratta, però, di serie create dalla natura: gocce, gusci di coleotteri: tutti prodotti che paiono fatti con lo stampo, pur nella loro non artificialità. Quella di Leda Catunda è una sottile critica al mondo dei consumi di oggi, portata avanti con l’energia cromatica che l’artigianalità sa ancora generare. 

Camille Henrot & Estelle Hoy, Jus d'Orange, installation view at Fondazione ICA Milano, 2023. Courtesy Fondazione ICA Milano. Photo Andrea Rossetti
Camille Henrot & Estelle Hoy, Jus d’Orange, installation view at Fondazione ICA Milano, 2023. Courtesy Fondazione ICA Milano. Photo Andrea Rossetti

Il succo d’arancia di Henrot e Hoy dipinge la Fondazione ICA

Il piano superiore di Fondazione ICA assume per l’occasione un aspetto mai visto. Le pareti, si sono fatte arancioni. Di un delicato tono pastello, che lascia spazio alle tinte ben più accese delle opere appese, ma che fa risaltare allo stesso modo i cartigli di frasi stampate disperse qua e là. È  il progetto frutto della lunga amicizia e collaborazione tra l’artista Camille Henrot e la scrittrice Estelle Hoy. Un legame intimo e profondo, il loro, che ha saputo unire le parole di una, alle immagini dell’altra, creando una narrazione aperta all’interpretazione di ciascun visitatore. Un racconto fatto di parole, ma anche di immagini e sculture. Il succo di cui si parla nel titolo (Jus d’orange) può essere visto come la genesi di tutto il loro lavoro: una vicenda, vera, di fallimento. Il fallimento di un’amica di Estelle, che dopo aver faticato tanto per risparmiare e poter acquistare la sua casa, ne ha visto crollare il tetto dopo poco. 
Tutta la mostra è costruita come l’esternazione di quel misto di sentimenti che sono propri di situazioni difficili come quelle appena dette. Ci sono parole di sconforto, occasionalmente visibili tra le righe appese sui muri. Ci sono visioni spaventose: i mostri che si generano nella mente durante gli incubi notturni sono molto simili ad alcuni soggetti delle tele di Camille. Per fortuna, non manca la positività. Anzi, deve prevalere, come prevale il colore confortante dell’arancione nella stanza. Dal fallimento, le artiste incitano a rialzarsi, e guardare oltre, sbucciando letteralmente via la negatività. Le sculture presentate sono proprio bucce d’arancia bronzee. Bucce, che, al posto di rimanere inermi, si animano e diventano ballerine danzanti.

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Milanese ed etrusca in parti uguali, Emma Sedini è nata a Milano nel febbraio del 2000. Si definisce “artista” per la sua indole creativa e pittorica, ma è laureata in Economia e Management per l’Arte all’Università Bocconi, e tutt’ora frequenta…

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