La mostra sugli artisti iperrealisti a Roma raccontata attraverso i podcast

Al Palazzo Bonaparte di Roma c’è Sembra Vivo!, la prima mostra in Italia dedicata alla scultura iperrealista. Ecco come è organizzata la rassegna, con la voce di alcuni protagonisti

La mostra Sembra Vivo!, ideata dall’Institut für Kulturaustausch, a cura di Maximilian Letze e in collaborazione con Nicolas Ballario, raccoglie quarantatré opere realizzate da ventinove artisti: dai primi sperimentatori del metodo, attivi tra la fine degli anni Sessanta e Settanta, ai più contemporanei. La mostra, divisa in sei sezioni, offre un’ampia panoramica sul percorso compiuto nel tempo dal filone iperrealista, evidenziandone anche il carattere internazionale: gli artisti presenti provengono infatti da diversi paesi del mondo.

Brian Booth Craig, Executioner

La prima sezione: i cloni umani

Nella prima sezione denominata “Movimenti ingannevoli: i cloni umani”, sono inquadrati, oltre ai pionieri Duane Hanson e John DeAndrea, che perseguivano l’illusione della verosimiglianza fisica, anche Jacques Verduyn, Daniel Firman, Tom Kuebler, Mathilde ter Heijne, Elmgreen & Dragset e il duo Glaser Kunz che per l’occasione espone Jonathan. Si tratta di una scultura parlante del 2019 che rappresenta un mercante d’arte seduto su una sedia a rotelle, intento a parlare al telefono con curatori e galleristi. Il duo formato da Daniel Glaser (Olten,1968) e Magdalena Kunz (Zurigo,1972) lavorano insieme da quasi vent’anni e sono maggiormente conosciuti per le loro “sculture cinematografiche”: sculture in gesso sulle quali sono proiettati volti di persone che sembrano interagire con il contesto circostante. Nel monologo gli artisti descrivono l’opera esposta e durante la conversazione presentano un frammento della telefonata intercorsa tra “Jonathan” e uno dei suoi interlocutori.

Ascolta “Glaser Kunz – Monologhi al Telefono di Donatella Giordano” su Spreaker.

La seconda sezione: le sculture monocrome

La sezione “Nobile semplicità: le sculture monocrome” mostra i prototipi umani in gesso monocromo di George Segal. Tra gli altri Robert Graham, Fabio Viale e l’artista statunitense Brian Booth Craig (1968, Pittsburgh, Pennsylvania), cheespone Executioner, un’opera del 2013 in bronzo che rappresenta una figura femminile a grandezza naturale. La posa fiera e decisa della donna trasmette un senso di verità, forse ingannevole. Tra le sue mani si notano: un volatile a sinistra e un serpente a destra che si attorciglia lungo il braccio. L’artista lavora utilizzando le tecniche tradizionali di modellazione della plastilina e della fusione in bronzo. Neisuoi soggetti ricalca l’atmosfera della statuaria classica greca e romana, rileggendo gesti eazioni in chiave contemporanea. Figure nude rese in modo realistico, unite all’ambiguità dell’azionecompiuta, diventano simboliche e indagano il mistero della natura umana.

Ascolta “Brian Booth Craig – Monologhi al Telefono di Donatella Giordano” su Spreaker.

La terza sezione: parti del corpo

La sezione “Un pezzo alla volta: le parti del corpo” mostra le sperimentazioni di un gruppo di artisti che si sono concentrati su parti specifiche del corpo umano per veicolare messaggi umoristici o inquietanti. Qui sono inserite le opere di Maurizio Cattelan, Carole A. Feuerman, Jamie Salmon, Kazu Hiro e Valter Adam Casotto (Padova, 1980). Casotto è approdato alla scultura iperrealista dopo un’iniziale esperienza come truccatore prostetico cinematografico. In questo ambito è stato vincitore nel 2016 del David di Donatello come migliore make-up artist per il film di Matteo Garrone, Il racconto dei racconti. Con le sue opere l’artista riflette sulla percezione soggettiva dello scorrimento del tempo portando avanti un’approfondita analisi dell’individuo e dell’identità collettiva. Nel monologo l’artista racconta la sua ricerca e le tecniche utilizzate durante la realizzazione del suo lavoro.

Ascolta “Valter Adam Casotto – Monologhi al Telefono di Donatella Giordano” su Spreaker.

Le altre sezioni: il corpo in scala, realtà deformate, oltre la specie

Negli anni Novanta i formati insoliti delle opere di Ron Mueck hanno rivoluzionato la scultura figurativa. Nella quarta sezione, oltre alle sue figure, sono esposte le opere di Sam Jinks e Marc Sijan, realizzate utilizzando una scala leggermente più piccola della grandezza naturale, e quelle sovradimensionate di Zharko Basheski. La sezione denominata “L’io manipolato: realtà deformate” espone le opere di Evan Penny, Patricia Piccinini, Tony Matelli, Allen Jones, Mel Ramos e Berlinde DeBruyckere. Forme distorte e fuorvianti che si schiacciano e si allungano a seconda del punto di vista: si tratta di opere realizzate negli ultimi decenni anche grazie ai progressi compiuti dalla scienza. L’ultima sezione è dedicata al mondo animale, che tratta di manipolazioni, nate a seguito di mutazioni, allevamenti, innesti. Qui troviamo le opere di Carsten Höller, Thomas Grünfeld e Elmgreen & Dragset.

Donatella Giordano

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Donatella Giordano

Donatella Giordano

Nata in Sicilia, vive a Roma dal 2001. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove nel 2006 ha conseguito il diploma di laurea con una tesi che approfondiva la nascita dei primi happening e delle azioni performative…

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