Cosa erano quelle rose rosse esposte lungo tutto Corso di Porta Romana a Milano?

Le emozioni si esprimono e prendono forma per le strade di Milano con gesti artistici che si fanno specchio di un sentire comune. Ecco cosa è successo un mese fa sul Corso di Porta Romana

È successo nella notte tra il 12 e il 13 giugno, a Milano, tra Crocetta e Piazza delle Medaglie d’Oro. Con sessanta rose rosse l’artista Diego Gelosi (Pavullo nel Frignano, 1999) ha tappezzato Corso di Porta Romana fissando i fiori a parete con del nastro adesivo telato di colore nero, contrassegnato da un numero identificativo. Col passare dei giorni, alcune sono state rimosse, altre sono appassite altre ancora si sono seccate. Un gesto artistico che si fa espressione di un sentimento amoroso -identificato con la scelta delle rose- e di condivisione, utilizzando il metodo dell’affissione a parete usata in contesti volti al ricordo di qualcuno che abbiamo perso. 

Sebbene il primo approccio al mondo creativo fosse focalizzato sulla musica (e nello specifico, quella elettronica), oggi l’artista sperimenta nuove modalità d’espressione per dare voce alle emozioni che prova. 

Lieve Fine: parola a Diego Gelosi

Lasciare le rose vicino ai citofoni delle case, liberarmi del mio amore e disperderlo, sperando che trovi dimora al di fuori del mio corpo. Non solo per ricavarne sollievo, ma anche per farne un discorso d’amore tra me e la comunità” spiega l’artista Diego Gelosi ad Artribune. “Un discorso, che sento un po’ marginalizzato nella nostra società. Oggi siamo molto più portati a trattare la necessaria questione sessuale (di cui condivido ogni tema), trascurando però quella sentimentale. Su questo mi rifaccio ad una citazione tratta da un’intervista realizzata a Roland Barthes dalla rivista Playboy nel 1977. Alla domanda: ‘l’amore è fuori moda?’, Barthes rispose: ‘Sì, senza alcun dubbio. L’amore è fuori moda negli ambienti intellettuali. […] L’amore-passione non è ‘ben visto’; lo si considera come una malattia di cui bisogna guarire; non gli si attribuisce, come una volta, un potere di arricchimento”. Oggi, assieme al fotografo Andrea Zendali (Milano, 2000) e all’artista Giulio Gatto (Milano, 2000) ha fondato il collettivo artistico Senzapretese che nasce come gruppo di lavoro all’interno del quale ognuno porta avanti le proprie ricerche, incontrandosi regolarmente nel magazzino dell’Erboristeria Colombo, a Milano, adibito a zona di lavoro.

Valentina Muzi 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

Scopri di più