Apre a Milano Cavea Marini. Spazio per l’arte e il design ispirato dalla pietra

Le pietre sono quelle estratte dalla storica cava Marini alle pendici del Monte Clemo, nel bergamasco; lo spazio espositivo apre invece nel cuore della città. Si comincia con le foto non foto di Francesca Piovesan. E c'è di mezzo anche un grande maestro cioccolatiere

C’è Sabino Maria Frassà, cofondatore dell’associazione non profit Cramum – nata per valorizzare gli artisti più innovativi della scena contemporanea italiana – alla direzione artistica di Cavea Marini, un nuovo spazio per l’arte, il design e l’architettura a Milano. Al civico 1 di via Alberico Albricci (zona Missori), il progetto debutta nel pieno delle settimane dell’arte e del design, promosso da Marini Marmi, nello spazio disegnato dall’architetto Giorgio Rava.

Francesca Piovesan, Aniconico

Francesca Piovesan, Aniconico

NASCE A MILANO CAVEA MARINI

Qui, l’azienda lombarda esporrà le pietre (Ceppo di Grè e Nuvola di Grè) della storica cava di famiglia, fondata nel 1897 alle pendici del Monte Clemo sulla sponda nord-occidentale del lago d’Iseo in provincia di Bergamo. Ma ci sarà innanzitutto modo di valorizzare le diverse discipline artistiche, in un insolito contesto espositivo, e aprendosi al contributo di spunti trasversali. Lo conferma l’esordio all’insegna di BLOCCO, un’installazione multisensoriale e pluridisciplinare concepita da Frassà, che tiene insieme arte, design e… Cioccolato! In dialogo, le pietre della cava Marini (è il Ceppo di Grè il materiale del portacandela in edizione limitata che celebra la nascita di Cavea Marini), le opere di Francesca Piovesan tra fotografia e pietra, le creazioni del maestro cioccolatiere piemontese Guido Castagna, che per l’occasione ha realizzato la pralina Blocco. “Apriamo questo spazio a Milano con l’idea di creare cultura con e attraverso la pietra: da una collezione di opere d’arte realizzate ad hoc, al cibo, all’architettura” spiega Giulio Marini di Marini Marmi “Oggi più che mai è importante creare contenuti di qualità e noi vogliamo fare la nostra parte in dialogo con la città”. Il direttore artistico ha assecondato questa inclinazione, evidenziando “l’analogia tra le pietre dell’azienda e l’epidermide umana impiegata nel lavoro di Francesca Piovesan, che intende la pelle come contenitore e contenuto, come ciò che ci separa, unisce e protegge dall’altro da sé“.

Guido Castagna, Cavea, pralina per il progetto Blocco, Cavea Marini, 2023

Guido Castagna, Cavea, pralina per il progetto Blocco, Cavea Marini, 2023

BLOCCO. LE SCULTURE FOTOGRAFICHE DI FRANCESCA PIOVESAN

Nei lavori di Piovesan, infatti, i grassi e i sali minerali dell’epidermide, reagendo con i sali d’argento, danno vita a opere fotografiche realizzate senza l’ausilio della macchina fotografica. Il ciclo esposto alla Cavea Marini, fino al 31 luglio, è stato ribattezzato dall’artista Eco, in riferimento al mito della ninfa Eco che si consumò per l’amore non corrisposto di Narciso. Nell’allestimento, le inedite “sculture fotografiche” di Piovesan sono racchiuse in un guscio-corazza in Ceppo di Grè, che moltiplica le immagini in mille riflessi. Alle pareti della Cavea Marini sono invece posizionati due lavori – i più grandi mai realizzati da Piovesan – del ciclo Aniconico, presentato per la prima volta al Gaggenau di Roma nel 2021. Apparentemente mosaici in pietra, in realtà i tasselli sono frammenti di impronta del corpo dell’artista: “Riusciamo a scorgere nell’opera frammenti di una figura umana, ma non comprendiamo chi sia” per usare le parole di Sabino Maria Frassà “Ci troviamo di fronte a geometrici mosaici di corpo, che a prima vista sembrano fatti di pietra simile al travertino. I tasselli in realtà derivano dalla mappatura del corpo realizzata dall’artista attraverso il contatto tra la propria pelle e il nastro adesivo. Il corpo sembra quasi scomparire, così scomposto in frammenti”. Durante la Design Week lo spazio sarà aperto tutti i giorni dalle 13 alle 19, poi le visite si articoleranno su appuntamento, dal lunedì al venerdì. Evento speciale, giovedì 20 aprile, dalle 18 alle 21, con Guido Castagna, per la presentazione di C(A)VEA, “pralina di design” in cioccolato e Ceppo di Grè, non in vendita e realizzata in soli cento esemplari: “Sono partito dall’intuizione di Frassà di unire la pietra al cioccolato e dalla cromia del “corpo universale” delle opere in mostra di Francesca Piovesan, per realizzare una rivisitazione in grande formato dell’antichissimo Cremino, inventato nella mia Torino nel 1858. Ho perciò unito la nocciola Piemonte I.G.P al cioccolato fondente al 64%, dandogli infine un effetto di marmorizzazione non omogeneo. I 100 esemplari realizzati sono così tutti diversi, ma in fondo simili, come le pietre a cui si ispira”.

Livia Montagnoli

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