Muore Piero Gilardi, scultore dei Tappeti Natura e fondatore del Parco Arte Vivente di Torino

Il rapporto tra Arte e Natura e tra Uomo e Natura sono alla base della ricerca e della pratica artistica di Piero Gilardi, scomparso a 80 anni. Di particolare rilievo è stato anche il suo contributo teorico e critico, partecipando attivamente alle dinamiche dell’arte degli anni compresi tra i Sessanta e i Novanta

È morto a 80 anni Piero Gilardi, tra gli artisti italiani più influenti del secondo Dopoguerra a livello internazionale, noto per le sue sculture in poliuretano che ripropongono in maniera mimetica gli elementi della natura, una sorta di “capriccio” visivo attraverso il quale l’artista denunciava uno stile di vita sempre più artificiale e sempre più lontano dalla Natura proprio della società contemporanea. Gilardi fu inoltre l’ideatore del PAV Parco Arte Vivente – Centro Sperimentale d’Arte Contemporanea, aperto a Torino nel 2008, luogo che condensa tutte le idee della sua ricerca attorno al rapporto Arte e Natura.

PIERO GILARDI E IL RAPPORTO TRA ARTE E NATURA

Piero Gilardi nasce a Torino nel 1942, dal pittore e restauratore Mario Gilardi e la modella Cecilia Lavelli. La sua carriera nel mondo dell’arte inizia nel 1963, data della sua prima mostra – un’esposizione neodadaista – tenutasi alla Galleria L’Immagine di Torino. Risalgono a qualche anno dopo, nel 1965, i Tappeti Natura, la sua serie di opere più nota, esposti a Parigi, Bruxelles, Colonia, Amburgo, Amsterdam e New York. I Tappeti Natura nel 2022 sono stati protagonisti di una mostra presso il Magazzino Italian Art di New YorkGilardi: Tappeto-Natura, a cura di Elena Re e la prima mai organizzata in un museo statunitense: la mostra raccontava, attraverso i Tappeti Natura, le “convinzioni etiche, ecologiche e politiche” dell’artista, come sottolineava la curatrice. Tra il 1966 e il 1968, tra l’altro, Gilardi visse a New York, ed espose i suoi Tappeti-Natura in gallerie internazionali e spazi underground, scrivendo inoltre su riviste come Arts Magazine e Flash Art e teorizzando il termine di Arte microemotiva. Gli ultimi anni Sessanta non a caso coincidono con una nuova fase della ricerca dell’artista, votata principalmente all’elaborazione teorica delle tendenze affermatesi in quegli anni, tra tutte l’Arte Povera e la Land Art, continuando così la sua riflessione e indagine sul rapporto tra Uomo e Natura; collabora inoltre alla realizzazione delle due prime rassegne internazionali delle nuove tendenze allo Stedelijk Museum di Amsterdam e alla Kunsthalle di Berna. “Arte e Natura, dal punto di vista del pensiero filosofico, è un rapporto condizionato dalla tradizionale opposizione Natura/Cultura. Tuttavia la natura, in tutti i suoi aspetti, è sempre stata l’ispirazione primaria dell’arte, a partire dalle pitture rupestri del Paleolitico”, raccontava Piero Gilardi in un’intervista rilasciata ad Artribune nel 2018“L’arte contemporanea affronta le grandi problematiche odierne dell’umanità: dalle migrazioni epocali alle ingiustizie sociali. Ma il collasso ecologico, che ci ha portato nell’Antropocene – quale era della possibile sesta grande estinzione della vita sul pianeta – è indubbiamente il problema più drammatico. L’arte odierna vuole stimolare la presa di coscienza del disastro ecologico in atto e anche suggerire le nuove modalità di vita ecologicamente virtuose che possono salvare l’umanità e la biosfera”.

PIERO GILARDI, OVVERO DELL’ARTE COME IMPEGNO POLITICO

“L’arte”, continuava Gilardi, “a mio avviso è sempre polisignificante: da una parte, gli artisti denunciano la crisi antropica e le sue cause nel contesto del “Capitolocene”; dall’altra, mettono in evidenza le pratiche alternative per avviare la riconversione ecologica della nostra società. C’è una lotta in corso animata dalla speranza del cambiamento, ma la situazione della governance politica e del potere del capitalismo estrattivo-finanziario non ci permette ancora di essere ottimisti”. Con queste parole l’artista metteva in evidenza l’importanza dell’impegno dell’artista nei confronti del mondo e della società, convinzione che ha trovato corpo nella militanza politica: opera in vari ambiti sociali, utilizzando l’arte come strumento per contribuire al bene comune, in Italia ma anche all’estero, come le sue esperienze collettive nelle periferie urbane in Nicaragua, nelle Riserve Indiane negli Stati Uniti e in Africa.

PIERO GILARDI. IL RITORNO ALLA PRODUZIONE ARTISTICA DEGLI ANNI OTTANTA

Risale al 1981 il suo ritorno alla produzione artistica, con il racconto della propria ricerca nel saggio Dall’arte alla vita, dalla vita all’arte, cui poi seguirà un’altra opera editoriale, Not for sale. Nel 1985 dà avvio al progetto IXIANA che, presentato al Parc de la Villette di Parigi, prefigura un parco tecnologico nel quale il grande pubblico può sperimentare in senso artistico le tecnologie digitali. Tipologia di ricerca, questa, che prosegue negli anni Novanta, con una serie di installazioni interattive multimediali esposte in sedi internazionali, un’attività che prosegue ancora oggi con Ars Technica, associazione internazionale fondata con gli artisti Claude Faure e Piotr Kowalski. Nell’ambito di Ars Technica, Gilardi ha promosso a Torino le mostre Arslab. Metodi ed Emozioni (1992), Arslab. I Sensi del Virtuale (1995), Arslab. I labirinti del corpo in gioco (1999). Nel 2008 fonda il PAV, istituzione pubblica della Città di Torino e grande Parco d’Arte Vivente che rappresenta un compendio delle sue decennali ricerche sul binomio Arte-Natura.

Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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