Milano, Fondazione ICA presenta il suo programma di mostre per il 2023

Le prime personali, aperte al pubblico dal 25 gennaio negli spazi a sud di Porta Romana, sono quella sull'era digitale dell'italiano Riccardo Benassi e il commentario pittorico alla società post-coloniale della kenyota Chemutai Ng’ok

Fondazione ICA, l’Istituto Contemporaneo per le Arti di Milano a sud della Fondazione Prada nella zona più in trasformazione della città, ha presentato la programmazione di mostre per il 2023. Ad aprire le danze il 25 gennaio sono Riccardo Benassi (Cremona, 1982) e Chemutai Ng’ok (Nairobi, 1989), ciascuno con la propria mostra personale. Nei prossimi mesi, saranno seguiti dall’artista visuale Nathalie Provosty (Cincinnati, 1981); l’artista crossmediale afghano Aziz Hazara (Wardak, 1992), che lavora tra Kabul e Ghent e ha partecipato alla 22a Biennale di Sydney; l’artista transdisciplinare Rebecca Moccia (Napoli, 1992); la scultrice brasiliana Leda Catunda (San Paolo, 1961); l’artista Camille Henrot (Parigi, 1978) e la scrittrice, critica e artista Estelle Hoy (Australia, 1983), che (come già accaduto in passato) collaboreranno e condivideranno lo spazio della Fondazione; per poi chiudersi con l’artista e celebre frontman dei R.E.M. Michael Stipe (Decatur, 1960).

Chemutai Ng’ok, Rapture, 2022. Courtesy dell’artista e T293, Roma

Chemutai Ng’ok, Rapture, 2022. Courtesy dell’artista e T293, Roma

LA PERSONALE DI RICCARDO BENASSI DA ICA

Da mercoledì 25 gennaio a sabato 18 marzo 2023 ICA Milano ospiterà la personale di Benassi, Morestalgia, a cura di Alberto Salvadori. L’intimo progetto espositivo, che affonda le radici nella ricerca pluriennale dell’artista, si articola negli spazi del pianterreno includendo lavori inediti e realizzati ad hoc focalizzandosi sull’elemento del linguaggio – a partire dal neologismo che dà il titolo alla mostra – e restituendo considerazioni tra il personale e il collettivo su tematiche popolarizzate dalla pandemia. “Ho chiamato ‘morestalgia’ una specifica tipologia di nostalgia il cui dolore assomiglia più a quello causato dall’invidia che a quella della nostalgia vera e propria. La percezione di una dolorosa mancanza, che però ognuno di noi auto-traduce a sé stesso come perdita, il cui diretto riferimento sono altri esseri umani che stimiamo e le loro esperienze condivise online”, ha spiegato l’artista. L’installazione omonima, realizzata da Benassi nel 2019, utilizza uno schermo led penetrabile dal corpo umano per costruire un’esperienza sensoriale incentrata sui movimenti dei visitatori: attraversando l’installazione, il pubblico prende coscienza della presenza del proprio corpo e di quelli degli altri. All’interno del percorso, l’artista commenta con il proprio lavoro anche l’intelligenza artificiale e l’automazione della creatività, come nell’opera Daily Desiderio Domestico (la cui iterazione italiana è esposta negli spazi della Fondazione dal 2019).

Fondazione ICA Milano, Chemutai Ng’ok. An impression that may be possible last, forever, 2023, Exhibition View, Courtesy l’artista e Fondazione ICA Milano. Ph. Andrea Rossetti

Fondazione ICA Milano, Chemutai Ng’ok. An impression that may be possible last, forever, 2023, Exhibition View, Courtesy l’artista e Fondazione ICA Milano. Ph. Andrea Rossetti

LA PERSONALE DI CHEMUTAI NG’OK DA ICA

Contestualmente all’esposizione di Benassi, la programmazione 2023 della Fondazione ICA prende il via con la mostra An impression that may possibly last forever dell’artista keniota Chemutai Ng’ok. L’esposizione, curata da Chiara Nuzzi e aperta sempre fino al 18 marzo al primo piano della Fondazione, è la prima personale in Europa dell’artista, di cui presenta 10 dipinti e una selezione di disegni realizzati per l’occasione sul tema dello scontro. Formatasi in Sudafrica, l’artista ha approfondito un percorso fortemente orientato al commento della politica contemporanea, tra tematiche sociali e l’eredità del colonialismo. Dalle proteste del movimento universitario in Sudafrica nel 2015-16 alle elezioni presidenziali che nel 2017 hanno scosso il Kenya, Ng’ok trae ispirazione da esperienze di prima mano per riflettere sulle dinamiche di potere della società usando la pittura come mezzo espressivo privilegiato. Il risultato è un percorso che invita i visitatori a riflettere sull’instabilità e la transitorietà dei tempi con un’interpretazione corporea dal carattere autobiografico, che coinvolge la produzione più recente dell’artista.

Giulia Giaume

www.icamilano.it

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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