“L’opera è di chi la idea, non di chi la realizza”. Cattelan vince causa contro lo scultore Druet

Lo scultore francese Daniel Druet, che ha realizzato alcune sculture celebri di Cattelan (“La Nona Ora” e “Him”) ha perso la causa contro Cattelan per essere riconosciuto come autore di queste opere. In America, però, un altro artista ha citato Cattelan per aver copiato una sua opera con protagonista una banana…

Sono giorni intensi per Maurizio Cattelan, alle prese con beghe legali che vedono al centro alcune delle sue opere più note, da La Nona Ora a Comedian, quest’ultima più nota come “la banana”. Risale a un paio di mesi fa la denuncia nei confronti dell’artista italiano da parte di Daniel Druet, talentuoso scultore francese al quale Cattelan ha commissionato la realizzazione di sue diverse opere, oltre a La Nona Ora (che raffigura Papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite) anche Him (detto il “piccolo Hitler”). Per la precisione, a essere stato portato in tribunale da Druet non è Cattelan, ma il suo gallerista, Emmanuel Perrotin, e la Monnaie de Paris, spazio museale nel quale si è svolta nel 2016 la mostra Not afraid of Love. Il motivo? Lo scultore avrebbe voluto essere riconosciuto come unico autore delle opere, chiedendo a Perrotin un risarcimento di 6 milioni di euro. Ma il tribunale di Parigi ha respinto la richiesta di Druet sottolineando, tra le altre cose, che la richiesta è “inammissibile” perché non ha mai citato in giudizio Cattelan.

Maurizio Cattelan - Him

Maurizio Cattelan – Him

DANIEL DRUET CITA CATTELAN. LA SENTENZA

Per i giudici francesi il fatto non sussiste per un semplice motivo: Druet ha solo eseguito l’opera seguendo pedissequamente tutte le dettagliate indicazioni di Cattelan che, di fatto, è l’unico autore delle sculture. Di Cattelan è infatti il “concept”, l’idea del soggetto da rappresentare, in che modo questo debba essere rappresentato, la loro disposizione nello spazio: “è indiscusso che le precise direttive per allestire le sculture di cera in una specifica configurazione, relative in particolare al loro posizionamento all’interno degli spazi espositivi volti a giocare sulle emozioni del pubblico (sorpresa, empatia , divertimento, repulsione, ecc.), sono state emanate solo da Maurizio Cattelan senza Daniel Druet, non essendo in alcun modo in grado – né cercando di farlo – di arrogarsi la minima partecipazione alle scelte relative alla disposizione scenografica della presentazione delle dette sculture (scelta dell’edificio e dimensione della le stanze che assecondano il carattere, la direzione dello sguardo, l’illuminazione, persino la distruzione di un tetto in vetro o di un pavimento in parquet per rendere l’allestimento più realistico e suggestivo) o al contenuto del possibile messaggio contenuto nell’allestimento”, si legge nella sentenza.

Maurizio Cattelan - Ritratto

Maurizio Cattelan – Ritratto

CASO CATTELAN: OVVERO IDEAZIONE VS REALIZZAZIONE DELL’OPERA

Insomma, i giudici hanno “assecondato” e avvalorato anche dal punto di vista legale le istanze che contraddistinguono l’arte concettuale, secondo la quale l’idea comunicata dall’opera è più importante della sua resa formale o addirittura della sua stessa realizzazione. Druet, dal canto suo, lamenta il fatto di non essere mai stato citato come colui che ha realizzato le opere – lo scultore, tra l’altro, è noto e stimato in Francia – aspetto questo che sicuramente porta a fare considerazioni ulteriori: se di un certo calibro come nel caso di Druet, gli esecutori delle opere andrebbero citati? Sicuramente un caso simile rappresenterebbe un precedente, e a quel punto si aprirebbe un ulteriore ginepraio: se si cita un esecutore perché ritenuto “particolare”, a quel punto perché non citare anche assistenti e collaboratori degli artisti? A tagliare la testa al toro però ci ha pensato la sentenza di questa causa, rispondendo (forse) una volta e per tutte alla fatidica domanda: l’arte è di chi la pensa o di chi la fa?

Maurizio Cattelan, Comedian, esposta nel booth di Perrotin suscita la curiosità del pubblico di Art Basel. Foto: Maurita Cardone

Maurizio Cattelan, Comedian, esposta nel booth di Perrotin suscita la curiosità del pubblico di Art Basel. Foto: Maurita Cardone

CATTELAN E IL COPYRIGHT DELLA BANANA

Chiuso un caso per Cattelan se ne apre un altro, e stavolta a essere al centro della querelle legale è Comedian, ovvero la banana attaccata al muro con il nastro adesivo grigio che ha fatto tanto scalpore allo stand di Perrotin ad Art Basel Miami Beach 2019. L’artista Joe Monford ha infatti citato in giudizio Cattelan per aver copiato una sua opera dal titolo Banana & Orange: anche in questo caso, è protagonista una banana attaccata con il nastro adesivo. Contrariamente a quanto accaduto a Parigi, però, il tribunale di Miami ha negato la mozione di Cattelan di respingere l’accusa di Morford perché, sebbene con le evidenti differenze, “Comedian presenta una sostanziale somiglianza con Banana & Orange”. Morford ha registrato presso l’Ufficio del copyright degli Stati Uniti nel 2000 l’opera, che fa parte della serie Sculptures: Still Life: essa comprende due pannelli rettangolari verdi, il superiore con un’arancia e l’inferiore con una banana entrambe attaccate al supporto con nastro adesivo grigio. Sebbene i legali di Cattelan abbiano sottolineato come l’intera opera di Monford sia formalmente diversa da Comedian, il giudice Robert N. Scola Jr. ha replicato dicendo che in Banana & Orange la banana ha una “posizione di rilievo”. A poco sono servite le repliche di Cattelan, circa il fatto che la banana utilizzata da Monford è sintetica (mentre la sua è vera) e che attaccare una banana con il nastro adesivo, di per sé, non è un’azione per la quale può essere richiesto il copyright: “sebbene l’uso del nastro adesivo argentato per fissare una banana a un muro potrebbe non sposare il massimo grado di creatività, la sua natura assurda e farsesca soddisfa il ‘grado minimo di creatività’ necessario per qualificarsi come originale”, ha replicato il giudice. Insomma, è talmente surreale da essere geniale.

– Desirée Maida

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

Scopri di più