Le variazioni pittoriche di Stanley Whitney in mostra a Venezia

Evento collaterale della Biennale di Venezia, la mostra di Stanley Whitney a Palazzo Tiepolo Passi riunisce alcuni dipinti inediti dell’artista americano, che proprio in Italia, a Roma, diede inizio alla sua fondamentale transizione verso il colore

Il colore diventa spazio, ritmo. L’impatto con la cultura italiana, durante il suo soggiorno a Roma negli Anni Novanta, e poi a Parma dove prese il suo studio, diede a Stanley Withney (Philadelphia, 1946) un nuovo impulso per una figurazione pensata attraverso bande di abbinamenti cromatici, formate da ritmici contrappunti di geometrie. Le suddivisioni a griglie, quasi automatiche, nascono dai disegni, che sono il suo vero campo di sperimentazione.
Il portico di Palazzo Tiepolo Passi a Venezia ci accoglie con tre grandi teche che testimoniano, attraverso numerosi quaderni di schizzi e prove di colore, la strutturazione dello spazio in geometrie che ricordano le architetture romane. E proprio di quel periodo in mostra sono presenti i primi lavori, che rivelano una potente assonanza con quei gesti veloci e improvvisi dei disegni, uniti al cromatismo di matrice italiana che ben si sposa con la luce veneziana degli interni colorati del palazzo.

Stanley Whitney. The Italian Paintings. Exhibition view at Palazzo Tiepolo Passi, Venezia 2022

Stanley Whitney. The Italian Paintings. Exhibition view at Palazzo Tiepolo Passi, Venezia 2022

LA PITTURA SECONDO STANLEY WHITNEY

Ogni colore nasce in risposta al precedente, e così si avverte il dinamismo con campiture veloci, delimitate da segni spontanei. Le sue variazioni, come le improvvisazioni del jazz, sia su grande che piccola scala, affollano le tele creando quella sensazione di partiture musicali la cui esecuzione diventa irripetibile. Di questo nuovo percorso verso il colore, l’artista racconta: “Ho giusto seguito il processo pittorico, che mi ha indicato cosa fare. E, a poco a poco, il segno, il gesto della mano, tutto ha iniziato a prendere forma. Cosa di cui sono rimasto piuttosto sorpreso. Ma poi ho capito: il colore è spazio”.
Ma si può anche dire che il colore è nello spazio. E ogni luogo con la propria luce può ispirare una particolare gamma di colori che la sensibilità dell’artista riesce a trasferire in flussi astratti dalle infinite variabili. La mostra mette in relazione i lavori del primo periodo italiano, alcuni inediti, con quelli successivi, dalle strutture meno movimentate, che gli consentono quindi una piena libertà cromatica. Il lavoro di un trentennio, articolato per portare lo sguardo dello spettatore a comprendere che il colore è materia per controllare lo spazio. Ma densità, accostamenti e bordi diventano un’arena di combattimento per ogni sua mutazione. E la forza dei lavori di Whitney sta nella mancanza di presunzione nel voler spiegare qualcos’altro.

Antonella Potente

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Antonella Potente

Antonella Potente

Se già da piccolo sai quello che vuoi è un guaio: ho passato le ore più belle a fantasticare del niente e a guardare le figure dell'enciclopedia e mi sono ritrovata a scegliere il Liceo Artistico, perché mi piaceva disegnare…

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