A Manchester la mostra che indaga il confine tra arte digitale e game engine
La School of Digital Arts (SODA) inaugura la nuova galleria Modal ospitata all’interno della Manchester Metropolitan University, esponendo i lavori di nove artisti internazionali che si muovono tra i linguaggi dell’immagine digitale e del videogioco.
La digitalizzazione dell’immagine, la trasposizione della realtà in videogioco, le piattaforme di simulazione di vita reale sono fenomeni che stanno assumendo un tono pervasivo che va oltre la sfera creativa, sconfinando in settori disparati come sanità e produzione. A Manchester, la mostra Slip.Stream.Slip racconta, attraverso il lavoro di nove artisti internazionali – Alexandra Daisy Ginsberg, Auriea Harvey, Cécile B. Evans, Jakob Kudsk Steensen, Jenna Sutela, Joshua Citarella, Juan Cortés, Lu Yang, Rachel Maclean e DIS – lo slittamento di senso e di lessico visivo che intercorre tra la il mondo reale e quello simulato dalle tecnologie, oltre all’impatto che tutto questo comporta sull’interazione sociale, sulla produzione mediatica e sullo stesso concetto di tempo e spazio per come li percepiamo.
SLIP.STREAM.SLIP ALLA GALLERIA MODAL DI MANCHESTER
Visitabile fino al 18 settembre 2022, Slip.Stream.Slip, curata da Valentino Catricalà, è la mostra di lancio della nuova galleria Modal, dedicata alle arti digitali e alle nuove tecnologie. Una realtà che sorge all’interno della School of Digital Arts della Manchester Metropolitan University (realizzata con un investimento di 35 milioni di sterline) e che offre la possibilità agli artisti coinvolti di lavorare e produrre le proprie opere con il supporto di laboratori altamente specializzati in realtà aumentata, creazione di video, sound art e design, motion capture e altro ancora. Il risultato è quello di combinare ricerca, formazione, esposizione e inserimento nel mercato dell’arte.
SLIP.STREAM.SLIP, IL COMMENTO DEL CURATORE
I lavori esposti raccontano mondi diversificati, al confine tra sogno e distopia: come in The Wilding of Mars di Alexandra Daisy Ginsberg, che offre una prospettiva non-antropocentrica su Marte come un pianeta vivido e prosperoso non ancora toccato dallo sfruttamento dell’uomo. The Mystery (version 5) di Auriea Harvey si rifà all’iconografia tradizionale e barocca del Memento Mori – un teschio, una rosa, un volto – rielaborandone gli elementi visivi in chiave digitale. I’m Terribly Sorry di Rachel Maclean proietta sullo spettatore un senso di inquietudine dato da un paesaggio urbano in cui cittadini appartenenti alla classe privilegiata presentano un grande smartphone al posto della testa e si muovono nello spazio raccontando storie che assumono via via toni sempre più minacciosi. “La mostra consiste nella prima parte della opening exhibition (la seconda sarà a ottobre) ed è una riflessione sul concetto di game engine”, spiega ad Artribune il curatore di SODA Valentino Catricalà, raccontando delle motivazioni che hanno spinto alla realizzazione del progetto. “Soprattutto durante la pandemia, le modalità di produzione delle immagini e dei suoni sono sempre più guidati da processi di game engine (dal cgi al machine learning). Da qui abbiamo selezionato gli artisti: dal rapporto con la natura, alla politica delle immagini, dall’anestetizzazione dei media, alla reincarnazione in avatar digitali, e così via”.
– Giulia Ronchi
Slip.Stream.Slip
Resistance and Velocity in Game Engine Culture
Fino al 18 settembre 2022
Modal Gallery
School of Digital Arts (SODA),
14 Higher Chatham Street, Manchester
https://www.schoolofdigitalarts.mmu.ac.uk/modal-gallery/game-engine-cultures/
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