La pittura sospesa di Gastone Biggi in mostra a Cagliari

Per la prima volta a Cagliari una intensa mostra scandisce il percorso pittorico di Gastone Biggi. Attraverso 160 opere, esposte al Palazzo di Città, che coprono un arco cronologico di quasi sessant’anni

Imprigionato e torturato dai tedeschi nel 1944, riesce a fuggire e viene ricoverato in ospedale per le gravi ferite subite. È qui che Gastone Biggi (Roma, 1925 ‒ Tordenaso, 2014) dà inizio alla sua indagine pittorica, che concilia con l’attività di saggista e poeta e la passione per la musica. Procede per cicli, nel suo percorso che muove dall’osservazione della realtà, aprendosi poi ad atmosfere post-belliche fortemente espressioniste dove emergono pennellate livide e deformi a tracciare gli orrori della guerra.

Gastone Biggi. Il canto sospeso della pittura. Exhibition view at Palazzo di Città, Cagliari 2022. Photo Giorgio Marturana

Gastone Biggi. Il canto sospeso della pittura. Exhibition view at Palazzo di Città, Cagliari 2022. Photo Giorgio Marturana

LA PITTURA DI GASTONE BIGGI

Agli Anni Cinquanta appartengono Le Cancellate, momento di transizione che segna il passaggio dal figurativo all’informale e alle sperimentazioni su materiali come sabbie, cere e gessi. La sua attenzione è rivolta all’Espressionismo astratto e da esso trae le sgocciolature, delle quali rifiuta spontaneità e gestualità a favore di una modalità “controllata”.
Io non trovo, cerco, cercare il proprio segno è cercare se stessi. Nel continuo frugare, rovistare tra i segni dell’esperienza è il significato delle mie ricerche segniche (..) La nascita del punto è stato l’inizio, per me, di una nuova, lunga, difficile, ma in fondo entusiasmante ricerca”, affermava l’artista. È dalla potenzialità del punto che Biggi rimane folgorato e i cicli Continui e Variabili, concepiti negli Anni Settanta, ne sono l’espressione massima. Il punto diventa il codice espressivo che procede all’infinito. Lo strumento primario per scandire lo spazio, per indagare la variabilità ritmica tra accumulazione e rarefazione. Per l’artista si tratta di un espediente conoscitivo che mira a sollecitare la percezione visiva e ad aprire nuove prospettive esistenziali.
Anticipati dai Cieli che segnano la ripresa del colore per citare personaggi storici ed evocare luoghi della memoria, i Canti degli Anni Ottanta, sono contrassegnati da quella gestualità che inizialmente declina, da quel turbinio di colori sferzanti che emergono prepotentemente dal fondo scuro, suggerendo direzioni per aggirare il caos, che tanto lo accostano a Kandinsky nelle Composizioni e nelle Improvvisazioni.

Gastone Biggi. Il canto sospeso della pittura. Exhibition view at Palazzo di Città, Cagliari 2022. Photo Giorgio Marturana

Gastone Biggi. Il canto sospeso della pittura. Exhibition view at Palazzo di Città, Cagliari 2022. Photo Giorgio Marturana

LE PAROLE DI GASTONE BIGGI

Credo fermamente nella operazione di un Realismo Astratto, che sembra possa coniugare insieme l’Alfa e l’Omega della realtà e del sogno, anche perché il mondo non ha bisogno di antichi e nuovi dolori, ma piuttosto, io credo, di nuove serenità e nuove bellezze”, scrive nella chiosa del Manifesto del Realismo Astratto del 2005, in netta contrapposizione a quella pittura impegnata che considera come “vera e propria tragedia culturale. A questa corrente appartengono gli ultimi cicli dedicati a New York, ma anche le traiettorie degli aironi, per approdare alle Puntocromie, dove fluttuano galassie e gravitano universi, e concludere con i piccoli Fleurs nel 2010. L’ultima opera, Partitura firmamentale, scarna e oscura, appare, invece, come il preludio della fine.
Coprono un arco cronologico di quasi sessant’anni le 160 opere in mostra tra dipinti e Carte, permettendo una visione esaustiva dell’intero percorso dell’artista romano che mai ha lasciato nulla al caso, grazie all’attenta disamina di tutto ciò che ha vissuto e incontrato nel suo lungo cammino, poiché “la pittura è il respiro pensante di una mano, è la vibrazione invisibile dell’infinito, è la riproposizione in segno e colore degli umori stessi dell’uomo e della natura”.

Roberta Vanali

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Roberta Vanali

Roberta Vanali

Roberta Vanali è critica e curatrice d’arte contemporanea. Ha studiato Lettere Moderne con indirizzo Artistico all’Università di Cagliari. Per undici anni è stata Redattrice Capo per la rivista Exibart e dalla sua fondazione collabora con Artribune, per la quale cura…

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