Mostra di Badiucao a Brescia: l’ambasciata cinese chiede la rimozione, il sindaco si oppone

La mostra “La Cina (non) è vicina. Badiucao. Opere di un artista dissidente”, in programma dal 13 novembre al 13 febbraio 2021 al Museo di Santa Giulia, ha fatto scattare sull’attenti l’ambasciata cinese, che ne ha intimato la cancellazione. Ferma la risposta del museo: “non vogliamo lo scontro istituzionale, ma dar voce all’arte di contestazione”.

Ci troviamo di fronte a un incidente diplomatico tra la Cina e la città di Brescia: pomo della discordia? La prossima mostra del Museo di Santa Giulia La Cina (non) è vicina, a cura di Elettra Stamboulis, che aprirà dal 13 novembre al 13 febbraio 2022. Si tratta della prima personale in Italia dell’artista dissidente Badiucao, nato a Shanghai e in esilio ormai da anni in Australia. Badiucao, anche noto come il “Banksy cinese”, ha acquistato grande popolarità – tranne che nel suo paese di origine, appunto – anche grazie ai social e al web, veicolando contenuti in cui esprime una critica diretta alle restrizioni del regime cinese e alla repressione nei confronti della libertà di stampa e di espressione. Le sue opere sono spesso caratterizzate da affissioni in luoghi pubblici, campagne partecipative, illustrazioni dai toni pop in cui utilizza proprio lo stile della propaganda cinese per mettere in ridicolo la sua autorità e denunciarne gli abusi. La sua satira politica ha toccato anche altri temi, come le iniquità del capitalismo e delle multinazionali, i rapporti della Cina con la Merkel o Trump, i tumulti in Afghanistan o la violenza della polizia.

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LA MOSTRA DI BADIUCAO A BRESCIA E IL MONITO DELLA CINA

Nella lettera recapitata al Comune di Brescia, il governo cinese definisce le opere di Badiucao “piene di bugie anticinesi […] distorcono i fatti, dif ondono false informazioni, fuorviano la comprensione del popolo italiano e feriscono gravemente i sentimenti del popolo cinese, mettendo in pericolo le relazioni amichevoli tra Cina e Italia”. Quindi si esprime “forte insoddisfazione” per la mostra, e si chiede al Comune di “agire rapidamente per cancellare le attività”. Parole inequivocabili che non lasciano spazio all’interpretazione. Ma il sindaco di Brescia Emilio del Bono dice no e si rifiuta di accogliere le intimazioni: la mostra di Badiucao rappresenta l’evento di punta del Festival della Pace (giunto alla quarta edizione, previsto dal 12 al 26 novembre 2021) e simboleggia il passaggio di testimone con l’artista turca Zehra Dogan a cui il museo di Santa Giulia ha dedicato un’ampia personale nel 2020, anche lei dissidente.

Omaggio a Hevrin Khalaf ©Zehra Dogan Mostra di Badiucao a Brescia: l’ambasciata cinese chiede la rimozione, il sindaco si oppone

Omaggio a Hevrin Khalaf_©Zehra Dogan

LA MOSTRA DI BADIUCAO E LA RISPOSTA DI BRESCIA

Con riferimento alla mostra La Cina (non) è vicina. Badiucao. Opere di un artista dissidente desideriamo farvi sapere che essa fa parte di un percorso dedicato alla comprensione dell’arte contemporanea quale forma di espressione particolarmente forte e simbolica della sofferenza umana e della libertà di pensiero, capace di farsi specchio del tempo presente”, si legge nella lettera di risposta, firmata dal sindaco e dalla Presidente di Fondazione BresciaMusei Francesca Bazoli. “Come è noto, il resoconto giornalistico e la critica sociale fanno sempre parte dell’arte, si pensi all’opera-manifesto del Novecento Guernica di Pablo Picasso: gli artisti utilizzano i materiali forniti dalla cronaca, anche dalla propria, per estrarne messaggi perturbanti e sintetici che possono in questo modo anche essere messi in discussione. Il percorso espositivo in oggetto ripercorre l’attività artistica di Badiucao, dagli esordi alle opere più recenti, e non solo con riferimento al proprio bagaglio culturale cinese, e non ha in alcun modo, neppure recondito, l’intenzione di mettere in cattiva luce la Cina o il popolo cinese”. E, conclude, “Siamo dunque certi che il Vostro Ufficio Culturale comprenderà come questo progetto sia dedicato all’arte contemporanea nella sua correlazione con la libertà di espressione e non intenda in alcun modo mettere in discussione gli importanti obiettivi di dialogo e le relazioni amichevoli tra i nostri paesi”.

LA MOSTRA DI BADIUCAO. DARE VOCE ALLA PLURALITÀ NELL’ARTE

Pensiamo che il fine dell’arte sia anche quello di contestare, ma che allo stesso tempo crediamo che questa cosa non inficerà nel rapporto tra le due nazioni. Abbiamo sottolineato che non intendiamo sospendere la mostra e rimaniamo di questa idea. La mostra si farà”, spiega Rossella Prestini, capo dell’ufficio stampa del Comune di Brescia, raggiunta da Artribune. “Non abbiamo ancora ricevuto risposta da parte loro. Capiamo che nella logica della Cina questo possa costituire un fatto grave, però crediamo che non lo sia abbastanza da mettere in discussione i rapporti con Brescia e l’Italia. Nel nostro paese la satira politica e la critica sono libere, quindi intendiamo applicare le norme vigenti. Lo stesso sindaco ha ribadito, in un’intervista rilasciata sul Foglio, che la nostra città è votata all’accoglienza e siamo in ottimi rapporti con la comunità cinese. Non si tratta di un attacco alla Cina o di un atto di rottura, ma semplicemente della volontà di rappresentare una pluralità di voci attraverso l’espressione artistica”.

-Giulia Ronchi

La Cina (non) è vicina. Badiucao. Opere di un artista dissidente
dal 13 novembre al 13 febbraio 2021
Museo di Santa Giulia, Brescia
https://www.bresciamusei.com/

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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