Enormi occhi galleggianti in Laguna. L’installazione di S.O.B. Stefano Ogliari Badessi a Venezia

L’opera dell’artista S.O.B. è il risultato del laboratorio condotto per “SuperaMenti”, progetto promosso dalla Peggy Guggenheim Collection e dallo Swatch Art Peace Hotel rivolto agli under 25 con lo scopo di sensibilizzare i giovani all’arte pubblica e alla social practice

Chi guarda cosa? è il titolo del workshop che l’artista S.O.B. Stefano Ogliari Badessi ha condotto nell’ambito di SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente, ciclo di quattro incontri promosso dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia assieme allo Swatch Art Peace Hotel, la residenza internazionale per artisti dei celebri orologiai di Swatch con sede a Shanghai. Condotti da artisti italiani e internazionali, i laboratori hanno visto la partecipazione di giovani iscritti rigorosamente under 25 anni, ovvero la cosiddetta “Generazione Z”, con l’obiettivo di attivare “processi creativi e sociali volti a creare una nuova normalità”. Quello condotto da S.O.B dal 14 al 16 maggio sull’isola della Certosa di Venezia è stato l’ultimo workshop del progetto SuperaMenti, dopo i precedenti laboratori realizzati da Jan Vormann (Castelli di vetro), Alice Pasquini (Oltre il muro: arte e contesto) e Cecilia Jansson (Esplorare la distanza). “L’incontro con Stefano nel suo pallone dorato fra le mura della nostra residenza d’artista a Shanghai è stato il primo episodio di un percorso lungo il quale Swatch, in piena sintonia con i valori creativi di S.O.B., lo ha accompagnato sempre in luoghi magici”, spiega Carlo Giordanetti, CEO dello Swatch Art Peace Hotel e capo della creatività di Swatch.

La direttrice della Peggy Guggenheim Collection Karole Vail, l'artista S.O.B. Stefano Ogliari Badessi e il CEO dello Swatch Art Peace Hotel e capo della creatività di Swatch Carlo Giordanetti

La direttrice della Peggy Guggenheim Collection Karole Vail, l’artista S.O.B. Stefano Ogliari Badessi e il CEO dello Swatch Art Peace Hotel e capo della creatività di Swatch Carlo Giordanetti

L’ALLEANZA SWATCH – GUGGENHEIM PER LA GIOVANE CREATIVITÀ

“Dalla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia durante la Biennale Arte 2015, alle vette ghiacciate di Verbier, al tetto della sede milanese dell’azienda, a un box trasparente in piena via Montenapoleone a Milano: sempre un nuovo sogno, una nuova esperienza, un nuovo emozionante gioco in cui Swatch e S.O.B. hanno coinvolto il pubblico. Oggi questo viaggio si arricchisce di una magica tappa che attira i giovani sull’isola della Certosa. Siamo eccitati, felici, curiosi di aprire nuovi occhi!”. Da non trascurare il fatto che l’idea di realizzare questi workshop è nata, ci conferma sempre Giordanetti, ben prima dell’inizio della pandemia: “siamo stati bravissimi a riadattarci, sia noi nel senso di Guggenheim e Swatch, sia gli artisti che hanno tenuto gli incontri sia i partecipanti”. Le cose sono andate così bene che non è escluso un bis – con le attuali o altre modalità – dell’alleanza Swatch-Guggeheim. Proseguono intanto gli svariati impegni artistici del brand svizzero, tra Maxxi e Biennale di Venezia tanto per fare due nomi di peso.

L’installazione di S.O.B. Stefano Ogliari Badessi a Venezia, realizzata nell’ambito di “SuperaMenti”, progetto promosso dalla Guggenheim e da Swatch Art Peace Hotel

L’installazione di S.O.B. Stefano Ogliari Badessi a Venezia, realizzata nell’ambito di “SuperaMenti”, progetto promosso dalla Guggenheim e da Swatch Art Peace Hotel

CHI GUARDA COSA? L’INSTALLAZIONE DI S.O.B. PER SUPERAMENTI

Ma torniamo ai laboratori che si sono svolti sull’Isola della Certosa, in un hangar dove la parte dei ragazzi che ha seguito in presenza ha potuto passare tre giorni con Stefano Ogliari Badessi. Al centro del laboratorio condotto da S.O.B. è la volontà di approfondire il rapporto tra Venezia e le sue acque, un binomio indissolubile nella storia e nell’immagine della città. Scopo del workshop è la creazione di un’installazione realizzata con materiali di recupero, costituita da due “occhi galleggianti” da trainare lungo Laguna e canali: traendo ispirazione dalla frase di Amedeo Modigliani “quando conoscerò la tua anima dipingerò i tuoi occhi”, il laboratorio vuole “approfondire e onorare tale relazione, sottolineando importanza e potenzialità dell’anima fluttuante e liquida di Venezia”, spiegano gli organizzatori. Durante le tre giornate di workshop, i partecipanti sono stati coinvolti nello sviluppo del progetto dell’installazione, due occhi fluttuanti creati grazie a una struttura gonfiabile che poi – proprio per la strategia di adattamento di cui si diceva sopra – sono diventati in legno e in altri materiali riciclati, trainati lungo la Laguna nord di Venezia, su imbarcazioni dotate di un motore elettrico silenzioso e non inquinante nell’ambito di un preciso progetto (lo trovate in Instagram su Classic Boats Venice). Un’opera dalla forte valenza simbolica e dal chiaro messaggio, un’opera con la quale l’artista intende far riaffiorare l’anima di Venezia per poi farla galleggiare tra le sue stesse acque. Ecco le immagini dalla Laguna…

www.guggenheim-venice.it

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