Arte in famiglia. L’intervento di Francesco Fossati in Salento

Con la sua famiglia, per una settimana Francesco Fossati ha vissuto e lavorato a Tricase, ospite della residenza B.R.A.C.T. Le opere prodotte ora sono nelle dimore di cittadini e turisti, in attesa di nuovi prestiti e relazioni con la comunità.

Una famiglia con due bambini, un porto alla periferia estrema d’Italia e una settimana di tempo per guardarsi attorno. Francesco Fossati (Carate Brianza, 1985; vive a Lissone), tra gli artisti italiani più sensibili e radicali della sua generazione, con la moglie Eloisa e i figli Nicolò Blu e Filippo ha aderito al progetto di residenze per artisti B.R.A.C.T. di Tricase e all’artoteca a essa collegata, vivendo per sette giorni fronte mare.

FRANCESCO FOSSATI E L’IDEA DI COMUNITÀ

Invitato a riflettere sul concetto di comunità, ha pensato bene di intraprendere questa avventura con tutta la famiglia – la sua prima comunità di riferimento –, potendo contare sulla collaborazione di tutti, compreso Nicolò, tre anni, suo novello assistente. Capace di cambiare pelle e di confrontarsi con problematiche urgenti del presente, senza mai cadere nella paradossale cronaca o nella narrazione, Fossati ha prodotto grandi stoffe in fibre vegetali, o cotone biologico o lino di provenienza italiana, dipinte con pigmenti naturali ottenuti dall’essiccazione e dalla successiva ebollizione di erbe e piante rintracciate nei dintorni. Sono opere nate a chilometro zero, seguendo specificatamente i dettami di una intima pratica che intende rispettare il paesaggio e la natura nella sua pluralità, producendo opere rispettose del contesto biologico e dei suoi sviluppi.

PAROLA A FRANCESCO FOSSATI

D’altronde, racconta Fossati, “da qualche tempo voglio che i miei lavori siano il meno impattanti possibili sull’ambiente, in qualunque posto produco un’opera cerco di usare materiali locali, quando possibile scelgo materiali vegetali e rigenerabili, nelle migliori condizioni li coltivo io stesso. Una tematica che mi accompagna da anni, ma non è l’unica che affronto”.
Il giorno dell’opening della mostra le opere sono state prese in prestito da cittadini e turisti. Viaggeranno e poi torneranno nell’artoteca, spazio in sordina, così come la comunicazione (nulla) del progetto. Instaureranno nuove relazioni empatiche tra comunità, racconteranno un’esperienza, si prenderanno nuovi carichi di storie. E torneranno a casa, di fronte al mare.

‒ Lorenzo Madaro

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Lorenzo Madaro

Lorenzo Madaro

Lorenzo Madaro è curatore d’arte contemporanea e, dal 2 novembre 2022, docente di ruolo di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia delle belle arti di Brera a Milano. Dopo la laurea magistrale in Storia dell’arte all’Università del Salento ha conseguito il master…

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