Il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro racconta la quarantena dei suoi artisti in pillole video

Gli artisti invitati all’iniziativa #LaCreativitàNonSiFerma hanno raccontato le loro storie di questo tempo di isolamento sui profili social del Centro. Ne abbiamo parlato con il suo ideatore, Marcello Smarrelli

Come molte istituzioni, chiuse per rispettare le disposizioni governative anti-Covid19, anche il Centro Arti Visive Pescheria Pesaro si è inventato iniziative online per mantenere vivo il senso di comunità col proprio pubblico. Lo ha fatto con un ciclo di pillole video realizzate dagli artisti più vicini alla Fondazione Pescheria, racchiuse sotto #LaCreativitàNonSiFerma che, dall’inizio di aprile fino al 4 maggio, data del primo allentamento del lockdown, hanno scandito i profili social del centro. Tra toni giocosi, come il video di Silvia Capuzzo che, in un’atmosfera molto vicina ad un certo cinema sperimentale, ha raccontato una storia di espansione e vitalità, rispetto alla limitatezza degli spazi e dei movimenti imposta dalla situazione; e la presa di coscienza di un’impossibilità di azione, a cui si aggiunge il dolore per gli amici scomparsi, che è emersa invece in Aprile di Gabriele Arruzzo, dove la casa, da luogo sicuro e intimo, è diventata la metafora di una prigione: “Non c’è null’altro da aggiungere”, dice l’artista, “se non sottolineare questa elegia con un estratto da “Spiegel im Spiegel” (Specchio nello specchio) di Arvo Pärt”. Ne abbiamo parlato con il suo ideatore, Marcello Smarrelli, Consigliere artistico della Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive.

Da quali presupposti è nata l’iniziativa?
Come tutte le maggiori istituzioni culturali, abbiamo cercato dei nuovi canali di comunicazione per rimanere in contatto con il nostro pubblico e tentare di dare il nostro piccolo contributo per rendere meno pesante il tempo trascorso in casa durante l’isolamento. Ma siamo un’istituzione che non ha una collezione su cui poter costruire un’attività online di visite guidate o di racconti delle singole opere

E quindi?
La nostra unica risorsa sono gli artisti. Per questo abbiamo chiesto il loro aiuto.

Perché utilizzare questo hashtag inflazionato e non crearne uno ad hoc?
#LaCreativitàNonSiFerma mi ha subito riportato alla mente il celebre aforisma di Albert Einstein La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura e su questa suggestione abbiamo chiesto agli artisti più vicini alla Fondazione Pescheria di raccontarci attraverso storie, immagini, video e suoni, come stanno riempiendo questo tempo così speciale, cosa stanno creando in questi giorni strani ed eccezionali, per condividerlo con i tanti amici che ci seguono sulle pagine Instagram e Facebook.

Quali artisti hai invitato?
Abbiamo dato vita ad una vera e propria galleria di opere video, composta dai contributi realizzati appositamente per noi da Gabriele Arruzzo, Silvia Capuzzo, Luigi Carboni, Matteo Costanzo, Fabrizio Cotognini, Matteo Fato, Giovanni Gaggia, Agostino Iacurci, Ambra Lorito, Michele Alberto Sereni, Giovanni Termini, Ricardo Aleodor Venturi, Davide Mancini Zanchi. Abbiamo preso come riferimento la figura di Eliseo Mattiacci, scomparso nell’agosto dello scorso anno, un’icona per la città di Pesaro, per la sua umanità, la potenza evocativa del suo lavoro, il coraggio e la forza con cui l’ha portato avanti fino alla fine.

Come hanno risposto?
Gli artisti hanno risposto al nostro invito ognuno in maniera diversa e originale, chi seguendo il filo della propria ricerca artistica, come riflessione ed espansione di questa, chi invece usandola solo come punto di partenza per un gioco ironico, un divertissement.

Ad esempio?
Emblematico in questo senso il video di Matteo Fato in cui l’artista di origine abruzzese compare mascherato e armato di una mazza da baseball, muovendosi furtivamente nel suo studio/prigione, mentre si diffondono le note di Vola, vola, vola lu cardillo, noto canto popolare legato alla sua regione. Lo stesso vale per Agostino Iacurci con il tutorial Classical total body workout, dove utilizza precisi riferimenti alla cultura classica nel suo modo ironico e spiega come questo lavoro “… frutto di una mezz’ora di svago, vuole essere un modo personale per affermare, anche in questo tempo di isolamento, l’utilità pratica della cultura: l’arte oltre a nutrire l’anima, può aiutarci a smaltire i pasti”.

Raccontaci di più.
Stessa ironia, ma più malinconica, nel lavoro di Davide Mancini Zanchi dove l’artista impossibilitato a raggiungere il suo studio si sente anche impossibilitato a creare, quindi, come fosse un esercizio zen, suona la chitarra e in playback segue la voce di Gilberto e Flor Gil che cantano quello che è stato l’inno di questo lockdown: Volare. Un senso più cupo e una presa di posizione politica, invece, aleggiano in Autocertifico l’uscita dalla dimensione di un foglio di carta formato A4 di Giovanni Termini, in cui il file dell’autocertificazione necessaria a svolgere le attività essenziali e modificata innumerevoli volte dai copiosi decreti di questi giorni, viene ristampata più volte sullo stesso foglio, fino a scomparire in una grisaille d’inchiostro, diventando inutilizzabile, quasi a voler negare la reale possibilità di poter fare qualcosa.

Il ciclo di video si è concluso con l’inizio dell’allentamento del lockdown. Com’è andata?
Siamo ovviamente molto felici che la nostra iniziativa abbia avuto un grande seguito, ma il nostro obiettivo principale erano soprattutto i cittadini di Pesaro e delle Marche, un territorio particolarmente colpito dal Covid-19, che grazie alla forza e al coraggio dei suoi cittadini è riuscito ad uscire dall’emergenza e si avvia a ripartire con grande slancio. 

Qual è l’identità di questa realtà artistica pesarese?
Il Centro Arti Visive Pescheria fu fondato dall’artista Loreno Sguanci, che ne fu il primo direttore dal 1996 al 2000, con l’obiettivo di presentare mostre realizzate in stretta collaborazione con gli artisti, una specie di artist space, e inaugurò con la personale di Eliseo Mattiacci, nell’estate del 1996. La Pescheria, come la chiamiamo tutti confidenzialmente, fu un progetto anticipatore, nato dalla visione lungimirante di un artista come luogo di creazione e di produzione d’arte e cultura contemporanea, in linea con le esperienze internazionali più all’avanguardia, sia rispetto alle nuove modalità di creazione e fruizione delle opere d’arte che delle pratiche curatoriali. Una realtà che definirei, ancora oggi, unica sia nelle Marche che al di fuori dei confini della regione.

Il 18 maggio potrebbe segnare la fine del lockdown per i musei italiani. Siete pronti a riaprire?
Ovviamente a causa dell’emergenza Covid-19 abbiamo dovuto cancellare molti eventi in calendario, ma sono felice di poter annunciare in anteprima che riapriremo il 22 maggio con la mostra in corso Benvenuto (anima del pittore da giovane) di Gianni Politi.

-Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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