Fiori, libri e femmine d’acciaio. Liu Ye in mostra a Milano

Fondazione Prada, Milano – fino al 28 settembre 2020. La pittura di Liu Ye guarda alla storia e alla cultura cinese, restituendola attraverso forme e colori.

C’è pure un suicidio, d’accordo. Ma è inserito in un’atmosfera sognante e lo stesso soggetto è presente in due quadri con piccole varianti: solo nel secondo compaiono anche una pistola e un rivolo di sangue sulla tempia (Romeo, 2002). Nell’altro (Daydream, 1997) il protagonista è (o pare) addormentato con la testa poggiata al tavolo.

IL SOGNO E LA RIVOLUZIONE

Sognare a occhi aperti è un modo per raggiungere quello che nella realtà non ci è possibile, e sul tavolo raffigurato negli acrilici di Liu Ye (Pechino, 1964) si trova comunque un libro illustrato che documenta “cento dipinti floreali” realizzati da mani anonime all’epoca della dinastia Song (X-XIII secolo). Sulla parete posteriore della stanza dove si svolge il tutto sta appeso un quadro astratto che cita Mondrian. “Ad accomunare questi artisti è la ricerca della dimensione spirituale e universale, tesa al ‘trascendente’ in pittura” E poi, senza troppe renitenze, prosegue il curatore Udo Kittelmann: “Ci si conceda un’associazione: tra il 1956 e il 1957 il Movimento dei Cento Fiori aprì la strada nella Repubblica Popolare Cinese al cosiddetto ‘Grande balzo in avanti’. Il partito comunista cinese aveva invitato il popolo a esprimere le proprie critiche sulla situazione dello Stato, salvo poi sopprimere l’iniziativa quando sfuggì di mano”.
Per tutte le 35 opere esposte, realizzate a partire dal 1992, stiamo parlando di pittura-pittura senza possibilità di fraintendimenti. Ma, dipingendo, Liu Ye rivela le sue fonti di ispirazione tanto nella letteratura e nella storia dell’arte che nella cultura popolare, del mondo occidentale come di quello orientale.
Storytelling è il titolo di questa personale inaugurata alla Fondazione Prada nella sede di Milano. Le tele di Ye erano state presentate per la prima volta nel 2018 presso la Villa Rong Zhai di Shanghai, un edificio dei primi del Novecento, diviso in piccoli spazi. A Milano i dipinti sono ora esposti sulle pareti monocromatiche recuperate all’uso attuale da Rem Koolhaas.

Liu Ye, Bird on Bird , 2011, acrilico su tela, 22 x 28 cm. Wang Bing Collection, Beijing. Courtesy Fondazione Prada

Liu Ye, Bird on Bird , 2011, acrilico su tela, 22 x 28 cm. Wang Bing Collection, Beijing. Courtesy Fondazione Prada

FIORI E UCCELLI

La storiografia dell’arte cinese inizia con un millennio di anticipo rispetto a quella occidentale: ancora più antica è la letteratura che si occupa delle tecniche e dei fondamenti della pittura. Tra generi più rappresentativi ci sono dipinti di fiori e uccelli paragonabili alla natura morta europea. Se i fiori sono un simbolo di vigore e transitorietà (ipnotico il suo Flower No.1, 2011-12), gli animali rappresentano un tema pittorico centrale tanto dell’arte cinese che di quella europea. Tra questi il passero, noto per la sua ricerca di vicinanza agli umani. Tuttavia ‒questa volta con due secoli di ritardo rispetto a quanto era già accaduto in Europa ‒ negli Anni Cinquanta in Cina viene promulgata la “Grande campagna contro i passeri”, allo scopo di eradicare la specie ritenuta dannosa per la produzione agricola. Il risultato fu una proliferazione di insetti infestanti che portò alla fine della caccia agli uccelli. Nel piccolo acrilico su tela Bird on bird (2011) i modi del dipinto sono tra i più classici, eppure la loro posizione si rivela disturbante.

LIBRI E FIGURE FEMMINILI

Oltre a fiori, uccelli e paesaggio, è la produzione figurativa l’altro grande tema che compare da sempre nella pittura cinese. Liu Ye lo accompagna con la raffigurazione di libri: è un amante della lettura, e in particolare dei libri che hanno segnato la storia della letteratura e della cultura. Oltre che dal loro contenuto, è affascinato dai colori e dalla grafica che conferiscono a un libro la qualità estetica di oggetto. Così in mostra compare la copertina in bianco e nero di Urformen der Kunst del fotografo tedesco Karl Blossfeldt che, pubblicato nel 1928, ha segnato profondamente la storia della fotografia. Ma pure America di Franz Kafka e più di una volta testi del Bauhaus, le cui idee rimangono attuali anche in Cina. O ancora Histoire d’O, che a molti risultava inammissibile potesse essere una donna a causa della sottomissione volontaria di “O” al proprio ruolo da cui trae nuova fiducia in se stessa. Frequenti e intensi sono i ritratti femminili in mostra. Quello di Eileen Chang (2004), star della scena letteraria negli Anni Quaranta a Shanghai. Nota per i suoi resoconti delle tensioni tra uomini e donne, con cui si addentra nei lati oscuri dell’esistenza. O quello dell’attrice cinematografia Ruan Lingyu (The Goddess, 2018), diva del muto che nel 1934 interpreta il ruolo di una ragazza madre che, per pagare gli studi al figlio, entra in un giro di prostituzione. Lo stesso anno, nel film Donne nuove, vestirà i panni di una donna di cultura emancipata che è portata alla morte, schiacciata dalle convenzioni sociali. La notorietà del film spinse diversi giornali a divulgare ogni dettaglio della vita privata dell’attrice, conducendola qualche mese dopo al suicido all’età di ventiquattro anni. Resoconti dell’epoca parlano di un corteo funebre lungo alcuni chilometri, durante il quale tre donne si suicidarono. Non manca un sorprendente acrilico dedicato a Catherine Deneuve (2012), da sempre associata all’affascinante protagonista di Bella di giorno (1966) di Buñuel. Fredda, forte e imperscrutabile in questo come in altri ruoli che l’attrice ha interpretato, divenendo una figura emblematica dell’indipendenza femminile.
Lasciateci azzardare. Si tratta di figure femminili sempre e comunque vicine all’idea che Miuccia Prada interpreta da oltre trent’anni nelle sue collezioni di moda.

Aldo Premoli

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Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

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