Arte e politica. Il premier albanese Edi Rama è in mostra a Napoli

Galleria Alfonso Artiaco, Napoli – fino al 22 febbraio 2020. I meccanismi della politica echeggiano nelle opere di Edi Rama, non solo artista ma anche Primo Ministro albanese.

Inevitabile, davanti alle opere di Edi Rama (Tirana, 1964), una certa dose di voyeurismo civile: i suoi disegni scelgono il supporto di documenti, fogli di appuntamenti, testimonianze cartacee della quotidiana attività politica dell’autore, artista ma anche Primo Ministro albanese, al suo secondo mandato. Già negli Anni Settanta Michael Asher, nella temperie della Institutional Critique, aveva esposto alla curiosità ‒ ma soprattutto consapevolezza ‒ del fruitore i meccanismi del sistema dell’arte, abbattendo la parete divisoria tra ufficio e spazio espositivo della Claire Copley Gallery. Similmente, Rama svela il contesto concreto e spaziotemporale in cui, come sfogo durante lo svolgimento dei compiti istituzionali, si generano i suoi grafismi, un po’ scrittura automatica per immagini, un po’ macchie di Rorschach. E, al tempo stesso, denuda i retroscena intimi ed emotivi del vissuto politico, che così diviene il vero supporto performativo delle opere, senza il quale se ne esautorerebbe il senso. Ma ben diverso è il mood: alla caustica critica di Asher si sostituisce in Rama la confessione confidenziale della passione insita nel vissuto politico, e parimenti della necessaria esigenza militante della sua creatività. Che, non a caso, necessita di espandersi, trasformando gli schizzi in sculture e ambienti desiderosi di agire nel mondo.

‒ Diana Gianquitto

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Diana Gianquitto

Diana Gianquitto

Sono un critico, curatore e docente d’arte contemporanea, ma prima di tutto sono un “addetto ai lavori” desideroso di trasmettere, a chi dentro questi “lavori” non è, la mia grande passione e gioia per tutto ciò che è creatività contemporanea.…

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