In Sicilia l’Isola delle Femmine in vendita: crowdfunding al femminile per acquistarla

Quattro artiste hanno lanciato l’iniziativa: c’è bisogno di 350mila donne che mettono 10 euro a testa per raggiungere la cifra di 3,5 milioni di euro. E già ci chiediamo, che ne sarà dell’isola una volta che il progetto sarà andato in porto?

L’Isola delle Femmine è un fazzoletto di terra posto a largo di Palermo. È dominata da una torre di guardia del XVI secolo e attorno al suo nome e alla sua storia circola più di una leggenda: ad esempio, che fu la terra dell’esilio di tredici giovani donne turche e che il fantasma di una di queste circoli ancora per le spiagge. Oppure, che il conte di Capaci s’innamorò di una donna e la fece imprigionare su quest’isola affinché nessun altro uomo la toccasse, fino a spingerla al suicidio. Da due secoli, infatti, l’Isola delle Femmine è stata di proprietà della famiglia aristocratica di Capaci; dal 1997, è Riserva Marittima Naturale istituita dalla Regione Siciliana a tutela del patrimonio floristico locale, utilizzata anche come osservatorio per favorire la sosta delle specie migratorie, gestita della LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli. Dal 2017, inoltre, l’isola è stata messa in vendita dalla famiglia alla cifra di 3,5 milioni di euro. E, per una strana ironia della sorte, può essere il momento storico del riscatto: da luogo di prigionia ed esilio a “regno” posseduto e gestito da sole donne.

L’ISOLA DELLE FEMMINE: IL PROGETTO DI CROWDFUNDING

L’idea? È venuta in mente a quattro artiste: sono Stefania Galegati, Valentina Greco, Claudia Gangemi e Marcela Caldas. Ma come fare a raggiungere una quota tanto considerevole? L’idea è stata quella di lanciare un grande crowdfunding attraverso l’Associazione Femminote, per raccogliere 350mila donne disposte a donare 10 euro a testa. La raccolta fondi è aperta dal 15 febbraio sul sito https://www.isoladellefemmine.net/; sarà anche possibile incontrare le artiste e donare una quota di persona il 29 febbraio alle 12, presso la galleria Pantaleone di Palermo, dove ci sarà l’apertura della mostra She is-land di Stefania Galegati dedicata al progetto.

UN PROGETTO ECOLOGICO

Il progetto è un gesto simbolico di resistenza e un’eterotopia”, si legge sulla sua pagina Facebook della galleria palermitana. “Permette di sognare e riflettere su temi come la gestione del bene comune e la proprietà privata, la tutela del territorio, il femminismo e le sue derive, l’apertura al fallimento e alla debolezza”. Se le artiste riusciranno quindi a raggiungere la quota necessaria e ad accaparrarsi l’isola, ne saranno le legittime proprietarie, assieme alle tante altre donatrici. Viene naturale chiedersi, cosa ne sarà della sua destinazione? Rimarrà l’esito di un bell’happening artistico, di forte carica simbolica, oppure si cercherà il mondo di impiegarlo come destinazione culturale? Le artiste non hanno dubbi: l’unico scopo è “lasciare in pace” l’isola. E magari farne un “avamposto artistico”.

-Giulia Ronchi

https://www.isoladellefemmine.net/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

Scopri di più