Gli ossimori di Peter Wächtler. A Bolzano

La Fondazione Antonio Dalle Nogare di Bolzano accoglie la ricerca di Peter Wächtler. Facendo emergere l’importanza del dialogo con il pubblico.

Up to the Heavies è il titolo scelto da Peter Wächtler (Hannover, 1979) per la mostra alla Fondazione Antonio Dalle Nogare di Bolzano. L’aspetto contraddittorio emerge fin da queste parole, unica traccia lasciata al pubblico per poter costruire la propria narrazione tra i lavori eterogeni creati dall’artista.
A dare la misura di una leggerezza ricercata a partire dalla gravosità della materia sono delle gru pronte a sollevare massi, sculture in acciaio dal titolo Crane. Anche le rovine fotografate da Wächtler in giro per la città rievocano un senso di pesantezza accentuato da un forte effetto chiaroscurato e contrastano con The scenery, serie di immagini pittoriche, acquerelli che rappresentano luoghi e paesaggi generici. Due sculture in bronzo raffiguranti un orso e un lupo con un sacco sulle spalle, a metà tra marinai e viandanti, invitano al viaggio, tra luoghi e dimensioni contrastanti, mentre dei fiori di vetro dal carattere espressionista tornano a proiettarsi verso l’alto, l’aereo, il leggero. A differenza delle precedenti esposizioni, le opere si susseguono numerose, ma non occupano mai le pareti, creando un allestimento fatto di vedute e passaggi differenti.

Peter Wächtler. Up the Heavies. Installation view at Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano 2019. Photo Jürgen Eheim. Courtesy Fondazione Antonio Dalle Nogare

Peter Wächtler. Up the Heavies. Installation view at Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano 2019. Photo Jürgen Eheim. Courtesy Fondazione Antonio Dalle Nogare

IL RUOLO DEL PUBBLICO

A essere ricercata è una difficoltà di lettura fatta di interruzioni e un’apertura alla libera interpretazione dello spettatore. Torna in mente Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino per l’importanza del lettore/spettatore nella costruzione di una storia. “M’è venuta l’idea di scrivere un romanzo fatto solo d’inizi di romanzo”. Nella mostra di Wächtler sta al fruitore il compito di individuare la cornice che regge tante piccole narrazioni.
La mostra non può esistere senza il tentativo di costruire un senso, un racconto che spetta all’interlocutore. L’artista dissemina tracce, toccando differenti tecniche, aprendosi alla sperimentazione, cercando un rapporto concreto con la realtà e il luogo. L’elemento progettuale lascia autonomia al singolo oggetto carico di significati narrativi e di storie per dar vita a dialoghi costruiti dal pubblico. Presente in mostra anche il video Untitled (Vampire) in cui Wächtler impersona il protagonista. Il vampiro diviene metafora dell’artista che ha sempre necessità dell’altro, del pubblico: il suo sangue.

Antonella Palladino

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Antonella Palladino

Antonella Palladino

Ha studiato Storia dell’arte presso le Università di Napoli e Colonia, laureandosi in Conservazione dei Beni Culturali con una tesi dal titolo “Identità e alterità dalla Body Art al Post-Human”. Ha proseguito la propria formazione alla Fondazione Morra e poi…

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