Il laboratorio del piccolo chimico. Jay Heikes a Milano
Federica Schiavo Gallery, Milano - fino al 30 novembre 2019. Le opere di Jay Heikes sono il risultato di reazioni chimiche imprevedibili, che l’artista stesso innesca sin dalla loro genesi. E dove non arriva la spiegazione della scienza, avanza l’interpretazione dell’arte.
Figlio unico di un chimico e insegnante, Jay Heikes (Princeton, 1975; vive a Minneapolis) deve esser stato colpito sin da piccolo dal fascino delle reazioni chimiche. Le sue personalissime ossidoriduzioni in mostra lo testimoniano: i pianetini scultorei poggiati sul pavimento e le pittoriche “stand-in” di finestre sono in effetti un romantico tentativo di tenere insieme elementi chimici che normalmente si respingono a vicenda. Costituite da fragilissimi legami, che sembrano disobbedire alle leggi di combinazione degli elementi, le opere di Heikes risultano delle vere e proprie collusioni artistiche.
Un’altra chiave di lettura interessante per inquadrare meglio i lavori dell’artista americano è l’entropia: definita come il grado di disordine di un sistema, l’entropia è la misura con la quale comprendere le innumerevoli e imprevedibili trasformazioni chimiche che subiscono nel tempo le opere di Heikes.
‒ Francesca Mattozzi
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