Quando Dario Agrimi (Atri, 1980) annuncia un nuovo lavoro, il risultato atteso supera sempre le aspettative iniziali, quasi davvero “mozzafiato”, come il titolo della mostra allestita a Conversano a cura di Lia De Venere.
Le opere dell’artista tranese, ironiche, spiazzanti e polemiche nei confronti delle tematiche attuali sociopolitiche ma anche relazionali, ci inducono a riflettere sulla condizione umana a partire dalle nostre esperienze personali. Il senso di straniamento e di intrappolamento ben si amalgama con il labirintico allestimento, che propone oggetti apparentemente accostati a caso con particolari macabri e sconcertanti, ma allo stesso tempo giocosi e irriverenti.
La scelta di proporre il proprio volto come quello di un moderno Gesù Cristo suggerisce il vero intento di Agrimi: provocare, divertire, ma anche comunicare il nuovo valore dell’artista, vero e proprio “deus ex machina” dell’arte caotica del nostro tempo.
‒ Isabella Battista