Da un lato i Filangeri, tra le più antiche e potenti famiglie nobiliari della storia siciliana, dall’altro i Lotà-Raia, famiglia della piccola borghesia palermitana. Cos’hanno in comune? Poco o nulla, sebbene a mettere in dialogo le loro storie ci abbia pensato Adalberto Abbate (Palermo, 1975) con Family Connection, la mostra in corso al Museo di Palazzo Mirto a Palermo, dove un tempo dimoravano i Filangeri. Servizi da tè, caffettiere rivisitate ad arte, fotografie, ceramiche logorate dal tempo, soprammobili (anche) dal gusto kitsch, immagini sacre, utensili in plastica appartenuti a Stefano Lotà e Giuseppa Raia, nonni materni di Abbate, vengono intercalati dall’artista tra le collezioni esposte a Palazzo Mirto, creando confusione, scambi, cortocircuiti temporali ed estetici, giochi di rimandi e strani rebus. Ma soprattutto, a emergere è una riflessione che nasce dal confronto tra le due collezioni, lontane per tempo, spazio e status: da una parte le “cose di valore” (le collezioni del museo), dall’altra il “valore delle cose”, che per Abbate è legato ai ricordi e alla storia della propria famiglia.
– Desirée Maida