Luce e trasparenza contemporanee. A San Celso, nel cuore di Milano

Basilica di San Celso, Milano ‒ fino al 14 aprile 2019. Cinque artisti per una riflessione laica e spirituale sul tema della conoscenza. Tra pieni e vuoti, toni minimal che sottolineano il fascino del luogo.

La sfida di introdurre l’arte contemporanea in uno spazio sacro è sempre ardua. La mostra Claritudo, nella Basilica di San Celso (luogo che vale in sé la visita), risolve con armonia il contrasto. Il risultato è interessante sia dal punto di vista dei temi spirituali che da quello laico e artistico. Con un uso lieve dello spazio e la scelta di pratiche tendenti al minimal, la mostra riunisce dieci opere di cinque artisti attorno ai temi della luce e della trasparenza, interpretati anche come strumenti di conoscenza.
L’approccio più analitico è quello di Jacopo Mazzonelli, con la sua porta in legno che è una soglia insieme concreta e metafisica e con una scultura la cui solidità evoca per paradosso la leggerezza della musica. Gli incontri di materiali organici e inorganici di Satoshi Hirose sono l’intervento più “ambientale” della mostra, mentre le teste di Elisabeth Scherffig sono variazioni tra pieno e vuoto dal sapore alchemico. E poi ecco i libri di Antonio Trotta, in marmo, e di Maria Lai, nel suo tipico tessuto cucito: due riflessioni sul travagliato percorso di accesso alla conoscenza.

Stefano Castelli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Stefano Castelli

Stefano Castelli

Stefano Castelli (nato a Milano nel 1979, dove vive e lavora) è critico d'arte, curatore indipendente e giornalista. Laureato in Scienze politiche con una tesi su Andy Warhol, adotta nei confronti dell'arte un approccio antiformalista che coniuga estetica ed etica.…

Scopri di più