L’arcaica Mater Matuta è la radice nobile di un’ispirazione artistica intrisa di coscienza civile; divinità preposta all’aurora e per analogia al concetto di nascita della natura. Un’idea di culto femminile che associa il mondo naturale a un grembo materno, richiamando in parte anche la figura della zingara di Giorgione.
Vanessa Billy (Ginevra, 1978) intuisce la delicatezza e la fragilità di un ecosistema che per millenni si è retto sul delicato equilibrio uomo-natura, e che adesso rischia il collasso. La mostra, concepita come un racconto di materia e sulla materia ‒ terrestre come celeste ‒, suggerisce l’idea della frammentazione, del collasso, del sovvertimento (emblematica la posizione del corpo della dea), della ricaduta diretta dell’agire umano sulla vulnerabilità dell’ambiente; un’azione spesso fortemente impattante, brutale, sacrilega.
Con sensibilità femminile, Billy costruisce un percorso in cui lo sguardo annega nella bianca immensità di un universo ferito.
‒ Niccolò Lucarelli