Cosa potrebbe farci Ai Weiwei con 30 tonnellate di bottoni? È la domanda che ormai da giorni si sta ponendo mezzo mondo. Tutto nasce da un tweet pubblicato per conto di un’azienda britannica prossima alla chiusura, la Brown & Co Buttons, che da oltre 100 anni produce appunto bottoni.
LA RISPOSTA DI AI WEIWEI ALL’ANNUNCIO DELLA BROWN & CO. BUTTONS
“COSTUMISTI: Mi è stato chiesto di condividere questo annuncio per salvare i bottoni dalla discarica. La Brown & Co Buttons (una fabbrica di bottoni di 104 anni a Croydon) ha bisogno di smaltire 30 tonnellate di bottoni prima che l’azienda venga dismessa”, è questo il tweet che lo scorso 7 marzo Amy Clare Tasker ha pubblicato sul proprio profilo Twitter per conto della Brown & Co Buttons, un’azienda a conduzione familiare specializzata in bottoni in plastica, metallo, vetro e legno prossima alla chiusura a causa del crollo delle vendite. Il singolare annuncio di Amy Clare Tasker ha ricevuto numerosi commenti da parte di utenti interessati alle 30 tonnellate di bottoni, tra cui quello di Ai Weiwei, che ha sbaragliato tutti con la richiesta “Posso averli tutti?”.
COSTUME DESIGNERS:
I’ve been asked to share this call to save buttons from landfill. Please RT!
Brown & Co Buttons (a 104-year-old button factory in Croydon) needs to dispose of 30 TONNES of buttons as the factory is shutting down.
Email Sarah Janalli: [email protected]
— Amy Clare Tasker (@AmyClareTasker) March 7, 2019
DA SUNFLOWERS SEED AI BOTTONI BRITANNICI
Nonostante le oltre 5 mila condivisioni del tweet, le numerose richieste e il singolare interessamento mostrato nei confronti delle 30 tonnellate di bottoni, sembrerebbe che in questo momento – secondo quanto riportato da artnet news – siano in corso trattative tra Ai Weiwei e la Brown & Co Buttons. E naturalmente tutti si chiedono se l’artistar cinese, noto anche per la peculiarità dei materiali utilizzati per le sue opere, non abbia già in mente in che modo adoperare una simile quantità di bottoni. Il pensiero va, ad esempio, a Sunflower Seeds, la grande installazione realizzata nel 2010 per la Turbine Hall Tate Modern di Londra. In quella occasione, Ai Weiwei fece scolpire e dipingere da artigiani della città cinese di Jingdezhen 100 milioni di semi di girasole in porcellana, che poi l’artista ha riversato all’interno della Turbine Hall, dando vita a una sorta di paesaggio all’apparenza infinito. Una riflessione sul “Made in China”, cui oggi si accostano i concetti di “imitazione” e “falso”, ma che Ai Weiwei qui riporta alla sua accezione positiva, ovvero quella della storica tradizione della ceramica cinese apprezzata ed esportata in tutto il mondo.
– Desirée Maida