La nuova installazione di Patrick Tuttofuoco a Rimini. Le immagini
Fino al 14 ottobre 2018 a “guardia” dell’arco di Augusto a Rimini ci sarà un’installazione di Patrick Tuttofuoco. Abbiamo incontrato l’artista che ci ha raccontato la genesi di questo suo nuovo progetto…

Una scultura luminosa che ricorda i tratti di una grande mano all’apparenza socchiusa: è l’ultimo lavoro di Patrick Tuttofuoco (Milano, 1974) che sovrasta l’arco di Augusto a Rimini. Il progetto ZERO (Weak Fist) – vincitore della prima edizione del bando Italian Council (2017), concorso ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per favorire l’arte contemporanea italiana nel mondo – è promosso dal Polo Museale dell’Emilia Romagna con la collaborazione del Comune di Rimini, l’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’Istituto Italiano di Cultura di Berlino e l’organizzazione culturale Xing. Abbiamo incontrato Patrick Tuttofuoco, che ci ha raccontato la genesi di questo suo nuovo progetto…

Patrick Tuttofuoco_ZERO Weak Fist_foto di Luca Ghedini, courtesy Xing
L’ARCO DI AUGUSTO
“Tutto il progetto parte da un locus geografico”, racconta Tuttofuoco ad Artribune, “l’Arco di Augusto a Rimini, storicamente, non è stato costruito come barriera, non è una porta che doveva esser chiusa per difendersi dai nemici. In quel tempo regnava la Pax Romana o Pax Augusti, guadagnata con fatica, che ha portato ad un periodo di prosperità. Poco lontano dall’arco partivano, e partono tutt’ora, l’Emilia e la Flaminia due strade che collegano Rimini con il nord est e con Roma. L’Arco quindi è stato scelto come simbolo di un’epoca passata che va a contrapporsi con l’era contemporanea che non punta all’integrazione ma all’innalzamento di barriere. Ho scelto di realizzare una grande installazione luminosa perché la luce nel mio lavoro è un elemento cardine che muta la percezione del visitatore tra il giorno e la notte. Invito tutti ad osservare l’opera che rappresenta una mano stretta in un pugno, ma non è chiuso, serrato ma leggermente aperto. Questo gesto può incarnare due diversi significati: di resistenza (se chiuso) oppure di apertura con la possibilità di mettere e mettersi in discussione; in un periodo storico dove tutto è labile e poco definito”.
A BERLINO
“L’opera a Rimini rimarrà installata fino a febbraio poi si sposterà a Bologna, a Porta Zamboni”, aggiunge Patrick, “nei pressi dell’università, spazio che storicamente è simbolo del pensiero e della creazione delle menti del futuro. Ma non finisce qui. In questo momento, in Germania, a Berlino c’è una copia dell’opera. Anche in questo caso la location ha un profondo significato storico: si tratta dell’Istituto di Cultura Italiana di Berlino che è stato donato a Mussolini da Hitler. Un luogo da un passato pesante, importante, intriso di sangue. Anche in questo caso il pugno ha un rimando al passato e invita tutti a conoscerlo e a non commettere gli stessi errori. Mi piace definire questo lavoro come un evidenziatore di questa condizione. Successivamente vorrei che l’installazione potesse rimanere ancora a Berlino: proprio per questo è iniziata una collaborazione con ‘Untitled’…”.
– Valentina Poli
Rimini // fino al 14 ottobre 2018
Arco di Augusto
Corso d’Augusto, 47923 Rimini RN
Berlino // fino al 31 dicembre 2018
Istituto di Cultura Italiana di Berlino
2 Hildebrandstraße, Hildebrandstraße 2, 10785 Berlin, Germania








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