A Siena il Palio straordinario sulla Grande Guerra. Gian Marco Montesano realizzerà il drappellone

L’artista torinese realizzerà il drappellone del prossimo Palio straordinario, che si terrà il 20 ottobre, organizzato in occasione del centesimo anniversario dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Ecco cosa ci ha raccontato Montesano

Si ritorna a parlare del Palio di Siena, la celebre competizione di origine medievale che vede protagoniste le Contrade della città toscana e di cui quest’anno si sono già svolte le due “usuali” edizioni, ovvero quella del 2 luglio (vinta dalla Contrada del Drago) e quella del 16 agosto (aggiudicata dalla Contrada della Lupa). A queste, adesso, si aggiungerà un nuovo Palio “straordinario”, chiamato così perché legato a ricorrenze importanti che riguardano non solo la storia di Siena ma anche quella italiana: l’evento che verrà ricordato il prossimo 20 ottobre – data in cui si svolgerà il terzo palio del 2018 – è il centesimo anniversario dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Anche in questo caso, come nelle competizioni ordinarie, la realizzazione del Palio – ovvero il trofeo che viene consegnato alla Contrada vincitrice – sarà affidata a un artista, e la scelta per la creazione del drappellone “straordinario” è ricaduta su Gian Marco Montesano.

Gian Marco Montesano, Mediterranes Lied, 2011 - olio su tela, 100 x 130

Gian Marco Montesano, Mediterranes Lied, 2011 – olio su tela, 100 x 130

IL PALIO ARTISTICO

La lista di artisti chiamati a realizzare il Palio è davvero lunga – si conoscono i nomi dei pittori a partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento –, e comune denominatore di ogni competizione è l’attenzione popolare e mediatica dedicata al drappellone e a come l’artista riuscirà a raccontare con i propri stile e linguaggio la tradizione del Palio. A volte il “cencio” convince, altre no, sicuramente però si innescano interessanti dibattiti sull’importanza della scelta degli autori coinvolti di volta in volta nella sua realizzazione: nella storia artistica del Palio sono entrati a fare parte, tra gli altri, Ugo Attardi, Renato Guttuso, Domenico Paladino, Sandro Chia, Emilio Tadini, Jim Dine, Loris Cecchini, Luigi Ontani, Mario Ceroli, Eugenia Vanni, Francesco Clemente, per citare quelli degli ultimi decenni. Giusto un mese fa sulla stampa locale si era sviluppato un dibattito su come mantenere elevata la qualità del pittore prescelto, quella di Montesano è la prima scelta dopo quel confronto.

Gian Marco Montesano, Grazie dei Fiori, 2008 - olio su tela, dittico 200x300

Gian Marco Montesano, Grazie dei Fiori, 2008 – olio su tela, dittico 200×300

MONTESANO E IL PALIO STRAORDINARIO

Artista, scrittore e regista teatrale, Gian Marco Montesano (Torino, 1949) vive tra Parigi, Trento e Bologna. Invitato nel 1993 a partecipare alla Biennale d’Arte di Venezia e nel 2009 al Padiglione italiano della kermesse lagunare, Montesano nel 2003 è stato protagonista di una grande retrospettiva a Torino curata da Luca Beatrice e Guido Curto. Da sempre la pittura di Montesano si esplica come un racconto per immagini, una narrazione di storie in cui spesso i protagonisti sono i soldati: gli scenari sono quelli della guerra, dei totalitarismi, delle ideologie politiche che hanno caratterizzato le vicende europee del Novecento. Un narratore a cui la città di Siena ha affidato il delicato compito di realizzare il drappellone del Palio straordinario per ricordare la fine della Prima Guerra Mondiale: “ho accolto l’invito con piacere, si tratta di una commissione di prestigio data la dimensione e la notorietà del Palio”, racconta ad Artribune Gian Marco Montesano. “Questo Palio per la prima volta affronta un tema che io porto avanti da sempre, quello dei soldati e della guerra, quest’ultima intesa come una tragedia che fa parte della storia dell’uomo e, in quanto tale, non mi scandalizza come concetto. Mi può disturbare e fare male vedere le conseguenze che la guerra porta, ma è una realtà umana come tante altre. Il male esiste nella storia dell’uomo, non si può far finta che non sia così”, continua Montesano. “Tra le persone che accettano questa realtà e accettano di farne parte pur esecrandola è il soldato, figura concettuale e simbolica che affonda le mani nella realtà della storia umana. Il soldato conosce la guerra, la teme e la detesta, ma come tutte le contraddizioni umane la affronta con coraggio”. E sulla Prima Guerra Mondiale e il Palio straordinario l’artista aggiunge: “questa guerra ha avuto un significato politico, sociale e culturale fondamentale per l’Europa di quegli anni, ha rappresentato uno spartiacque tra la storia a essa precedente e quella successiva. Chi ha combattuto questa guerra, i soldati, ma anche chi ne ha fatto involontariamente parte come le donne, ha partecipato al cambiamento radicale della storia e dell’umanità, e dunque artisticamente e drammaturgicamente è un episodio tra i più interessanti della storia europea”. Appuntamento tra non molto per l’abituale presentazione al popolo. Fischi o applausi?

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Redazione

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