Serban Savu (Sighisoara, 1978) fonde con la perizia dell’architetto piani non corrispondenti, ri-semantizzando tessere rubate alla quotidianità. Volti anonimi incontrati lungo la strada si ritrovano in un non-luogo ricostruito ad hoc, partendo da diversi scatti elaborati con Photoshop.
La pellicola pittorica si inserisce nella casa dello scultore Pietro Canonica, gioca con il tridimensionale, con suppellettili e mobilio. Un graffito sinuoso disegnato dall’artista sembra continuare il ricamo traforato del leggio sul pianoforte, mentre un autoritratto replicato in due dimensioni mostra un uomo nudo sugli scogli davanti a uno specchio: lo schermo di un tablet. Di estrema delicatezza e ironia l’accostamento tra la prostituzione via webcam e l’arazzo con Il ratto del serraglio di Mozart. La mostra si inserisce nel progetto curatoriale Fortezzuola curato da Pier Paolo Pancotto e volto a indagare il proficuo rapporto tra artisti di fama internazionale e una città dal fascino, nonostante tutto, intramontabile.
‒ Giorgia Basili