Manifesta 12 a Palazzo Mazzarino. Con un catalogo in Virtual Reality

Installazioni, mostre, opere negli spazi di Palazzo Mazzarino: l’edificio di proprietà della famiglia Berlingeri mette in scena è uno dei luoghi espositivi più affascinanti di questa art week palermitana.

Luoghi palermitani dotati di personalità spiccatissima stanno ospitando in questi giorni la 12esima edizione della biennale itinerante Manifesta. E spesso le opere d’arte contemporanea ne fanno le spese, soccombendo clamorosamente nel confronto. Fortunatamente, tuttavia, in alcuni casi il dialogo si intesse con maggior successo, grazie al lavoro più meditato di artisti e curatori. Succede così a Palazzo Mazzarino, splendido edificio di proprietà della famiglia Berlingeri, dove al piano nobile si susseguono sale imponenti “arredate” con Damien Hirst e Giovanni Boldini, ceramiche cinesi e tele di Zurbarán, mentre al pianterreno sono ben quattro le mostre visitabili. Due sono opere singole, concepite appositamente per gli spazi: nella corte, la scultura interattiva Giochi senza frontiere del polacco Marcin Dudek, promossa dalla galleria Edel Assanti e drammaticamente attuale, visti i recenti sviluppi della politica nostrana in tema di migrazioni; nella cavallerizza, invece, va in scena l’imponente installazione di Per Barclay (promossa dalla galleria di Francesco Pantaleone e con adeguato contorno di champagne Ruinart), che ha inondato d’olio nero la sala colonnata, generando così un caleidoscopico effetto specchiante.

IL RICHIAMO DI CHTULU

E ancora, la collettiva La febbre curata dall’artista palermitano Vincenzo Schillaci, con opere di Pennacchio Argentato, Ann Iren Buan, Lisa Dalfino & Sacha Kanah (autori della copertina di Artribune Magazine in distribuzione proprio in questi giorni), Dominik Lang, John Henderson, Emiliano Maggi, Alessandro Piangiamore, Namsal Siedlecki, Johannes Wald e lo stesso Schillaci. Infine, con la regia di Aldo Colella e la curatela di Lorenzo Benedetti, Il richiamo di Cthulhu, group show che raccoglie ottime opere di Domenico Mangano e Marieke van Rooy, Pietro Ruffo, Giovanni Ozzola, Fabrizio Cotognini, Gianni Politi e Salvatore Arancio. Qui, senza nulla togliere al lavoro eccellente degli artisti, spicca per novità il catalogo realizzato in collaborazione con il Virtruvio Virtual Museum. Scaricando infatti una app realizzata specificamente per l’occasione e inquadrando le singole opere riprodotte su carta, queste ultime si “animano” in VR. Una operazione ad altissimo rischio di kitsch, che invece è risolta nel migliore dei modi, dando un grande valore aggiunto al prodotto-catalogo e costituendo così un’opera a sé. Tutto questo lo trovate raccontato con dovizia di particolari nel video che abbiamo realizzato durante l’inaugurazione.

– Marco Enrico Giacomelli

http://www.palazzomazzarino.com/

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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