Quante volte diamo per scontato l’uso, la forma e i colori di quegli oggetti che abbiamo spesso sotto i nostri occhi? Quante volte consideriamo superficiale la scelta di una composizione su una parete bianca? La molteplicità stratificata delle risposte trova la propria formalizzazione nel momento in cui si varca la soglia della Loom Gallery.
Un tasto con la scritta end dà inizio alla mostra Sur Place, esprimendo sin da subito l’umorismo giocoso di D.D. Trans (Tielt, 1963; vive ad Anversa). L’intera esposizione si configura come una serie di rebus visivi, forme semplici create con materiali comuni, la cui addizione di significati porta a una riflessione: essere semplici non coincide con l’essere semplicisti. Ne è un esempio l’opera Heart (noir), un cuore formato da due fascette di plastica autobloccanti che definiscono un giunto inscindibile, se non attraverso la rottura violenta. Le opere sono oggetti decontestualizzati che assumono un significato intimo, ricondotto alla configurazione scelta dall’artista.
– Simona Cioce
Questo testo è stato realizzato durante il corso di Critical Writing del Biennio di Arti Visive e Studi Curatoriali NABA – Nuova Accademia di Belle Arti.