Nel solco di Manzù, Messina, Crocetti, artisti dell’ultima stagione delle grandi committenze vaticane, Giuseppe Ducrot (Roma, 1966) omaggia la ritrattistica papale antica, a sua volta legata all’iconografia imperiale di Roma. Cromaticamente, il bianco si alterna al giallo; diretto richiamo al marmo il primo, il secondo è l’attuale cifra di Ducrot, e che per coincidenza richiama anche i colori della bandiera vaticana. Ma lo scopo, scegliendo un colore così acceso, è quello di spiazzare, di creare un “effetto Warhol” che rimandi all’idea della serialità dell’immagine. Il Papa è un personaggio mediatico, che esce dall’intimità claustrale di questa ipotetica stanza, per scontrarsi, più o meno suo malgrado, con le logiche del governo ecclesiastico cui di fatto è chiamato, ed essere un personaggio mediatico a tutti gli effetti, fotografato ogni domenica in Piazza San Pietro da decine di migliaia di fedeli. Dogma, parola, potere, carità, riassunti in un volto.
‒ Niccolò Lucarelli