Quindici artisti a Pereto. In Abruzzo nasce la Straperetana

Straperetana, Pereto – fino al 16 agosto 2017. Alla porta d’Abruzzo, la prima edizione di una mostra diffusa e allestita nel borgo situato a settanta chilometri da Roma, nasce da un’idea di Paola Capata e Delfo Durante. Sotto la curatela di Saverio Verini, quindici artisti installano lavori diversissimi tra loro, accolti da strade, vicoli, negozi, bar. E anche dall’antica canonica.

In provincia dell’Aquila, Pereto si innalza al di sopra della valle del Turano, al confine col Lazio. Estesi boschi rappresentano il paesaggio che circonda il borgo abbarbicato su gigantesche rocce che dominano il territorio. A caratterizzare il centro abitato di Pereto è il castello medievale con le sue torri, vessillo di un centro storico ben preservato. Le case di piccole dimensioni e costruite su vicoli molto stretti che si allargano di tanto in tanto in piazze, si alternano alle chiese e ai palazzi maggiori.
Oggi risiedono in paese quasi settecento persone. Agli inizi del XX secolo, molti sono emigrati verso gli Stati Uniti, altri successivamente verso Roma, con il conseguente spopolamento. A fronte di mutate condizioni di lavoro, ora nuove famiglie si stanno insediando nel centro abitato, una sorta di ritorno di coloro che avevano lasciato la terra natia in cerca di fortuna.

GRAN PALAZZO DIVENTA UNA MOSTRA

Fino a metà agosto, anche sull’onda del processo di ricerca sul territorio promosso da Gran Palazzo, Paola Capata e Delfo Durante danno avvio alla prima edizione della Straperetana. Una sorta di maratona espositiva diffusa che ha visto, durante gli ultimi mesi, quasi tutti gli artisti invitati – quindici in tutto – avvicendarsi nel borgo e prendere sistematicamente, umanamente le misure degli spazi pubblici del borgo, luoghi affidati all’allestimento di decine di lavori dalle dimensioni molto diverse.
Solo attraverso continue prese di contatto, vicoli, strade, piazze, cantine, bar e palazzi antichi hanno potuto accogliere installazioni, fotografie, dipinti, sculture e persino performance.

LE OPERE NEL BORGO

Tutti gli interventi hanno dialogato all’unisono, e talvolta ance separatamente, con urbanistica e architetture di Pereto, mostrando nuove produzioni oppure lavori già realizzati dagli artisti.
Da Fabio Giorgi Alberti all’ex caserma, con l’enorme tenda/portale (Fantasy limits stimuli) posta in contrapposizione alla fotografia su muro di Calixto Ramírez Correa, dal titolo Senso di appartenenza (2017), fino a uno dei lavori più raffinati e integri, allestito da Matteo Fato a Palazzo Maccafani, le cui stanze affrescate hanno ospitato edicole pittoriche, dall’aura votiva, incorniciate da elementi in MDF e multistrato.
Da ricordare anche, nella lunga caccia al tesoro alla ricerca di dettagli inusuali per le vie in discesa e in salita di Pereto, l’intervento di Leonardo Petrucci con Solutio (2017, inchiostro nero di seppia diluito in acqua), sempre all’interno degli ambienti dell’ex caserma, e i diversi ambienti rivestiti con coperte isotermiche da Maria Teresa Zingarello, progetto dal titolo Etere (2017), che ha portato luce in ambienti nascosti.

– Ginevra Bria

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

Scopri di più